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Una donna di nome Macy Gray

I primi passi sono del tutto imprevisti: mentre si trova in una sala di registrazione per assistere all'incisione di alcune canzoni di una band di suoi amici, viene chiamata a sostituire la cantante, che inaspettatamente non si è presentata.

Macy Gray

19.05.2009 - Autore: Carlo Manfredi
Macy Gray, al secolo Natalie McIntyre, nasce nel 1970 a Canton, cittadina nello stato dell'Ohio, dove trascorre la sua adolescenza. L'esposizione alla musica è per lei forte sin dalla più tenera età: prende lezioni di piano, e cresce ascoltando i dischi della collezione di famiglia, che comprende alcuni fra i nomi più illustri del jazz e del R&B americano: Aretha Franklin, Sly and the Family Stone, James Brown, Marvin Gaye e Stevie Wonder. I suoni la circondano, ma il canto non sembra al principio interessarle e inizia a cimentarsi con la voce solo molto più tardi, quando si trasferisce sulla West Coast per proseguire gli studi alla "University of Southern California".   I primi passi sono del tutto imprevisti: mentre si trova in una sala di registrazione per assistere all'incisione di alcune canzoni di una band di suoi amici, ai quali aveva dato una mano durante la stesura dei testi, viene chiamata a sostituire la cantante, che inaspettatamente non si è presentata. La sua voce colpisce nel segno e viene scritturata da un gruppo jazz attivo nell'area di Los Angeles, ma spentisi questi primi piccoli fuochi la sua carriera non sembra decollare; Macy ritorna a casa, in Ohio, rassegnata a mettere da parte i sogni di gloria.   La casuale incisione di quel giorno non è stata però un'esperienza inutile: un discografico dell'etichetta Zomba Music, affascinato dal suo stile, scommette su di lei e la convince a ritornare in California. Nell'aprile del 1998 Macy Gray firma un contratto con la Epic e si mette al lavoro per la realizzazione del suo primo album: "On How Life Is". Pubblicato nell'agosto del '99, e preceduto da una campagna promozionale di ben sette mesi, il disco ha un successo notevole, sia di pubblico sia di critica. Ciò che più impressiona è il timbro della voce, 'sporca' e tipicamente blues, tanto da scomodare paragoni con alcune celebrate interpreti della canzone americana: Nina Simone, Tina Turner, ma soprattutto Billie Holiday. La stampa specializzata inizia a parlare di lei con sempre maggior entusiasmo e la sua popolarità cresce, grazie anche al tour che la vede impegnata durante il 2000 e ad alcune apparizioni televisive su MTV.   Nel 2001 esce il suo secondo album: "The Id". Macy, appare già un'interprete matura, consapevole del suo valore e delle sue potenzialità. La chiamata alla rivoluzione sessuale, quasi il filo conduttore del disco, appare come un esplicito invito a liberare se stessi e lasciarsi alle spalle timori e paure, perché la vita è breve e ogni esperienza va vissuta con serenità e pienezza.   Nell'aprile di quest'anno, eccola di nuovo nei negozi con il suo terzo lavoro, "The Trouble With Being Myself". Dopo aver venduto otto milioni di dischi, Macy Gray sembra decisa a tenere alta la bandiera del suo successo. La musica devia leggermente verso atmosfere funky e in alcuni momenti l'album appare un po' privo di mordente, ma la voce della Gray, ormai inconfondibile, continua a splendere e a trasmettere intense vibrazioni.
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