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Un anacronismo che stufa

La RAI ha perso la bussola del gusto

Sanremo

27.02.2001 - Autore: Alessandro Lombardi
I lampi di fantasia e genio di Fabio Fazio negli ultimi due anni avevano tentato di trasformare il Festival di Sanremo in un evento televisivo allaltezza del gusto e dei valori contemporanei. Le grandi novità importate dalla frizzante intelligenza creativa del presentatore genovese, stroncate da un opinabile calo dinteresse e di share nellevento sanremese, hanno convinto Maurizio Beretta, oggi direttore di Raiuno, a scegliere un più tranquillo e meno impegnativo ritorno agli stilemi del passato, con Raffaella Carrà designata come lultima tra le grandi soubrette della tv italiana. Megan Gale velina da scalinata, Enrico Papi pulce da backstage, Mike Bongiorno spalla di conduzione, ma solo per la prima serata: ecco confezionato un prodotto afono, superficiale, vecchio, non rinnovato e non più rinnovabile. Una edizione che scavalca i tempi e, retrocedendo al più oscuro degli amarcord, al meno originale dei passati, conclude, definitivamente, ogni ambizione del Festival che si distanzi dallhappening di corridoio, popolato da una falsa vetrina di star della musica italiana e straniera.. Raffaella Carrà è lesempio più commovente della generazione passata della televisione italiana e il prodotto festival di questanno, segnato dalla stanca e non rinnovata regia di Sergio Iapino, non porta nulla di nuovo, nulla di mai visto. Le stesse inquadrature, gli stessi colori, gli stessi direttori dorchestra degli ultimi 10 anni. Il ritorno al vecchio e agli anni che furono trova la sua affermazione naturale, come sempre accade, nella censura e nelle commissioni di vigilanza. I Sottotono, il cui testo della canzone, a tratti scurrile, è stato corretto per il palcoscenico televisivo, ed Eminem, il rapper bianco che è in testa in tutte le classifiche mondiali, a cui è impedito cantare per intero la sua ballata infuocata di polemica contro la società. Il ritorno di un veto censorio, di tipico stampo RAI, che riporta nel passato in cui lItalia era per la maggior parte analfabeta, per la maggior parte disinformata e radicata nella cultura popolare. Questo il target ideale di Zaccaria e compagni, un pubblico che non chiede ciò che non conosce ma che si aspetta ciò che ha già visto. Un Sanremo senza Baudo o Buongiorno non è un vero Sanremo, ha detto una telespettatrice innamorata della kermesse ligure. Così Peppino di Capri a riscuotere minuti di applausi e Massimo Ceccherini, esile giullare della generazione doggi, a mietere minuti di applausi insieme alla instancabile Raffa, tra un concorrente ed un altro. Raffa a Peppino: Come ti senti dopo tutti questi anni? Peppino a Raffa E sempre la stessa emozione. Appunto. Hanno stancato. Syria, star in erba della musica tradizionale in erba, presenta Fantasticamente amore, ammiccante al ritmo e allo stile del pop classico italiano, da Ramazzotti a Nek a Biagio Antonacci, Una canzone orecchiabile e gentile, fresca nella sua esecuzione, ma inadatta a gestire qualsiasi confronto con la concorrenza europea e doltreoceano. Alex Britti è una tra le ultime Pop-Star nate durante il concorso e conferma ogni dubbio dei critici riguardo alle sue effettive capacità di compositore e musicista. Inattaccabile, è vero, sotto il verso delle capacità tecniche alla chitarra, nella sua apparizione alla prima giornata del festival evidenzia tutte le sue carenze in qualità di artista e creatore: un genere, quello sanremese, troppo attaccato alle esigenze delle charts piuttosto che alla ricerca personale e alla composizione. La sua canzone, Sono contento, non è orecchiabile, anche perché, il povero Britti ha preso qualche stecca di troppo. Sono due della miriade di commenti che si potranno leggere questa settimana su giornali e siti, con la convinzione dellassoluta inutilità della forza critica spesa nei confronti di un evento che cessa ogni ambizione di qualità musicale e che muore come tv-show.      
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