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Dall'esordio con "I laureati" all'ultima fatica "Il pesce innamorato", una rassegna di tutti i film della carriera di Leonardo.

pieraccioni

07.06.2001 - Autore: Luca Persiani
I LAUREATI (1995) Esordio alla regia del semi-sconosciuto cabarettista toscano, il film incassa a sorpresa più di dodici miliardi di lire, grazie soprattutto alla scaltra strategia distributiva di Cecchi Gori e al passaparola del pubblico. Si tratta di una commedia fiorentina su quattro studenti universitari che invece di studiare preferiscono godersi la vita, andare a donne, bivaccare al sole e tentare la fortuna come comici. Gli interpreti sono lo stesso Pieraccioni, insieme a Gianmarco Tognazzi, Rocco Papaleo e il fido Massimo Ceccherini, un po lalter ego trasgressivo del regista-attore. Le presenze femminili sono Barbara Enrichi e, in una piccola parte, Maria Grazia Cucinotta. Al di là dei meriti reali del film, è la simpatia dei personaggi che sembra soprattutto riuscire a far presa sul pubblico.   IL CICLONE (1996) Con addirittura più di settanta miliardi di incasso, lopera seconda di Pieraccioni diventa uno dei maggiori successi della storia del cinema italiano. Si inizia a parlare di stile pieraccioniano o pieraccionismo: naturalmente la campagna toscana di sfondo, una squadra di comici e di caratteristi ormai affiatata (Ceccherini, Hendel, la Enrichi), un paio di bellezze straniere per attirare il pubblico maschile. In una cascina sperduta arriva per caso un gruppo di ballerine spagnole di tango che sconvolge la tranquillità degli abitanti. Pieraccioni si innamorerà di Lorenza Forteza, mentre la sorella lesbica verrà stregata da Natalia Estrada. Il film, un prodotto ben confezionato e con una sufficiente attenzione alla scrittura, è nel complesso più interessante del precedente, grazie anche ad una fotografia che valorizza la bellezza dei paesaggi. Di sicuro però niente faceva supporre lincredibile accoglienza del pubblico, ormai affezionato al comico trentenne.   FUOCHI DARTIFICIO (1997) Squadra che vince non si cambia, ed ecco infatti un film che più simile al precedente non potrebbe essere: stessa storia (o quasi), stessi attori, stesse belle donne straniere (la bionda Vanessa Lorenzo e la mora Mandala Tayde, recentemente vista ne I giorni dellamore e dellodio, di Claver Sallizzato), stesso grande successo al botteghino. I miliardi sono soltanto cinquanta, ma Pieraccioni non può essere più felice. Non vi è nulla di nuovo in Fuochi dArtificio rispetto al passato, e il film stavolta accusa gravi sintomi di ripetitività che però, ancora una volta, non scoraggiano il pubblico.   IL PESCE INNAMORATO (1999) Qualcosa di nuovo, un minimo tentativo di evoluzione inizia ad intravedersi nello stile Pieraccioni, ma è ancora qualcosa di poco definito. Basta con la Toscana, il set è ora in montagna. Sorprendentemente messo da parte Ceccherini, ecco rispuntare più in primo piano Paolo Hendel. Ancora più sorprendentemente scompare lo stuolo di bellezze straniere, e rimane solo Jamila Diaz. Invece della solita commediola ultraleggera, il film acquista un tono più da favola edificante, con qualche melensaggine. Dopo la mezza delusione de Il Mio West, lo strano esperimento di genere per la regia di Giovanni Veronesi (sceneggiatore abituale di Pieraccioni), il pubblico torna in parte ad affezionarsi a Leonardo, e i risultati del botteghino si aggirano intorno ai ventotto miliardi. Lattore sembra però essersi accorto della necessità di rinnovare la formula, tanto che con Il principe e il pirata tenterà la strada per lui inedita di un vero e proprio road movie.