Nelle Marche del 1860, all’alba dello Stato Italiano e delle sue stringenti leggi, un bracciante nullatenente di nome Terenzio Grossi raduna una banda di fuorilegge che, con la complicità di un popolo stanco ed affamato, proverà a sovvertire la nuova autorità.
Questa è la premessa di La Banda Grossi (The Grossi Gang), progetto italiano più unico che raro. Nasce dalla mente di Claudio Ripalti, regista e sceneggiatore che ha raccolto parte del budget per il film tramite una campagna su Kickstarter premiata con il successo: si chiedevano 50.000 euro per finanziare il progetto e ne sono stati raccolti 72,121. Il film, interpretato da Camillo Ciorciaro (Grossi), Rosario DiGiovanna, Leonardo Ventura, Manuel D'Amario, Edoardo Raggetta, Cristian Marletta, Mateo Çili e Neri Marcoré in una partecipazione straordinaria, tenta la carta del western ambientato in Italia.
“Una storia vera quasi dimenticata – si legge nel comunicato pubblicato su Kickstarter – vicende tramandate oralmente per generazioni sullo sfondo di una terra difficile, le Marche, e che hanno tutti i connotati epici e romantici per poter intrattenere il grande pubblico internazionale. Un’emblematica banda di briganti che nel 1860 mise a ferro e fuoco la provincia di Pesaro e Urbino con omicidi, grassazioni, violenze e furti d'ogni tipo, guidata da un capobanda fiero e irriverente, uno che ha alzato la testa in un momento in cui tutti tacevano. Una storia che parla di uomini destinati a cambiare la storia, poi dimenticati. Che grazie a te potrebbero tornare a parlare”. E ancora: “In due anni di grassazioni, violenze ed omicidi ai danni dei potenti e borghesi, i briganti conosceranno il trionfo e la fortuna di fronte ad una forza pubblica impotente, inadeguata e vigliacca. Ma c’è un soldato che si batte sul campo di battaglia senza codardia e viltà, è un Brigadiere dei Carabinieri Reali ed è determinato a portare a termine il suo incarico: catturare Terenzio Grossi e la sua banda di delinquenti. Retto e incorruttibile, dovrà fare i conti con la sua coscienza di fronte alla povera realtà del proletariato marchigiano e quando la legge scenderà al compromesso per porre fine al crimine, verrà messa alla prova la sua integrità”.
“Quando il maestro Sergio Leone inventò il Western all'italiana nei tardi anni Sessanta, non poteva parlare dell'Italia perché nessuno avrebbe preso seriamente una storia di fuorilegge non ambientata in USA – scrive Ripalti – Lui e la sua troupe arrivarono a cambiare i loro nomi usando pseudonimi inglesi per sembrare più credibili. Crediamo fermamente che, se fosse vivo, avrebbe probabilmente raccontato la storia della Banda Grossi e del suo leader Terenzio”. C'è ambizione, nelle parole di Ripalti, ma a giudicare dal plot e dal breve teaser trailer, che sfoggia un trucco e una fotografia di respiro internazionale, è ben riposta.
La Banda Grossi arriverà nel 2017.