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Tra film e santita'

Il "Festival Tertio millennio" tra film e santita'

Avati

12.04.2007 - Autore: Alessandra Galassi
Può sembrare un paradosso che cinema e spiritualità siano legati da qualcosa di così grande e forte da farne la base di una manifestazione culturale. Ma non è così. Nel mondo del cinema, davanti e dietro le quinte, si muovono decine di persone, tra registi, produttori e sceneggiatori che realizzano film molto significativi dal lato spirituale e il loro impegno per avvicinare larte cinematografica e la cultura clericale si percepisce in molte occasioni. Le loro ricerche umane ed etiche hanno un grande significato spirituale e questo non può che avvicinarli alla cultura cristiana. Tuttavia la Chiesa stessa ha sempre posto dei freni alla libera espressione del cinema, in tutto il mondo. Ma qualcosa ultimamente sta cambiando: la Chiesa e il Papa si sono pronunciati di recente a favore di un cinema che sia veicolo di valori culturali e di rispetto, per la vita e per la pace. A questo proposito abbiamo chiesto a due dei registi premiati in che modo la censura della Chiesa nei confronti del cinema sta cambiando.   Secondo Alessandro DAlatri, regista del premiato I giardini dellEden, interpretato con vigore da un bravo Kim Rossi Stuart, la censura non ha più le radici di una volta. E diversa, più pesante, legata alla distribuzione di un film e alle sue potenzialità di botteghino. La censura del passato prosegue Pupi Avati era limitata a quel terrore sessuale che la Chiesa imprimeva ai suoi fedeli. Questa è la cultura dalla quale provengo, che vedeva il demonio soprattutto nei peccati legati alla sessualità. Adesso si è allargato un po\' il contesto.   Quindi la censura sta cambiando e cambia anche il modo di vedere le cose. Ma allora perché si sta tornando al film religioso, incentrato sulle gesta di eroi biblici ed evangelici, per un circuito, oltremodo, tutto televisivo?   Ho una grande diffidenza risponde Pupi Avati, tra laltro momentaneamente impegnato in un film che ha sullo sfondo il declino delle crociate dal titolo I Cavalieri delle imprese, che vedremo sugli schermi alla fine di febbraio. Credo ci sia una grande strumentalizzazione, da parte di chi li fa, di chi li produce, di chi li commissiona e di chi li distribuisce. Inoltre cè una sorta di grande ingenuità anche da parte di chi li vede, perché, secondo me il messaggio evangelico o cristiano profondo è difficilmente trasmettibile e comunque non lo si può fare in serie.   Allora in che modo i giovani possono venire a conoscenza della parola di Gesù, vista linutilità dei serial televisivi religiosi e la censura del mercato cinematografico, che non concede troppo spazio a film di questa impronta?   Ci risponde Alessandro DAlatri: Bisognerebbe raggiungerli per potergliene parlare, nel senso che la cosa più difficile che ho incontrato, finito il film, è stato di vederlo. Parlare ai giovani di Gesù è un pò quello che è successo a me. Ad un certo punto della mia vita mi sono reso conto di aver bisogno di andare a ricercare le radici, così ho scoperto un percorso rispetto al Vangelo e alla Bibbia che nessuno mi aveva mai illustrato. Ancora oggi credo ci sia questo problema. I giovani vanno stimolati, perché sono poco curiosi, e questo è un problema che dovrebbe far porre delle domande a noi che siamo in questo settore professionale.   I giardini dellEden, trascorso il tempo legale dalluscita nelle sale, è pronto per essere trasmesso in televisione. Ma ancora non viene mostrato nel piccolo schermo. Come mai?   Il film è stato criticato perché non ha dato scandalo: purtroppo oggi si cerca solo quello. Ma di scandali ce nerano, perché, ad esempio, era presente per la prima volta lanalisi su Gesù visto dal lato umano e già mi sembrava quello un punto abbastanza pesante e delicato da dover trattare e sul quale non ho avuto esitazione. Il rapporto che ho avuto con quello è stato il mio rapporto personale. Nella storia del cinema ci sono stati circa 300 film su Gesù e ognuno ha rispecchiato anche lintenzione dellautore. Non credo che ci sia un Gesù uguale per tutti, ognuno ha un rapporto con Lui totalmente personale. Forse messi tutti insieme possono creare un contributo per la ricostruzione reale di un personaggio così importante.  
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