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Torna il guerriero Milla

Puro mezzo di intrattenimento, "Resident Evil: Extinction" riesce dove i due precedenti avevano sommariamente fallito: spaventare il pubblico ed insieme offrirgli uno spettacolo non convenzionale.

Resident Evil: Extinction

09.10.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Sono passati alcuni anni dalla conclusione del secondo episodio di “Resident Evil”: il mondo è stato ormai devastato dagli zombie, ed ha subito un processo di desertificazione che ha costretto i pochissimi sopravvissuti a rifugiarsi sotto terra o a continuare a vivere in superficie sempre braccati dai mostri cannibali. Alice (Milla Jovovich) ha vissuto tutto questo tempo nascondendosi da tutto e tutti, consapevole di essere un pericolo per gli esseri umani a causa del suo essere un bersaglio per la Umbrella. Gli eventi la costringeranno ad unirsi al gruppo di Claire Redfield (Ali Larter), ragazza che quasi suo malgrado si è presa la responsabilità di mantenere in salvo gli altri muovendosi con un convoglio super-armato. L’obiettivo per la salvezza di ognuno viene individuato nell’Alaska, terra che ancora sembra non essere contaminata dal virus: Alice però deve ancora sistemare la questione con l’Umbrella…

Terza puntata delle horrorifiche avventure della sempre più bella e letale Milla Jovovich: alla supervisione produttiva ed allo script è rimasto Paul W.S. Anderson, regista del primo capitolo datato 2002, mentre dietro la macchina da presa è stato chiamato Russell Mulcahy, ormai specializzatosi in fantasy di fattura discutibile, ma a suo tempo salito agli onori deal cronaca per il testosteronico “Highlander” (id., 1986).

Bisogna subito dire che questo ennesimo cambio al timone ha decisamente giovato alla saga di “Resident Evil”: Mulcahy dimostra fin dalle primissime scene di aver ben chiaro cosa deve realizzare e come realizzarlo; non a caso le ambientazioni scarne ma efficaci vengono adoperate al meglio delle loro potenzialità effettive, e le scene d’azione sono dotate di un ritmo e di una tensione visiva molto superiori ai precedenti. In più, la sceneggiatura è articolata secondo poche linee principali che però funzionano abbastanza bene, tenendo sempre conto che l’intera operazione “Resident Evil”, fin dalla sua nascita, è stata progettata per essere in tutto e per tutto catalogabile come prodotto “usa e getta”.
Peccato, perché viste le sfumature ed in particolar modo l’orrore che suscita il videogame che sta alla base dei lungometraggi, ne sarebbe potuto venir fuori uno dei migliori filoni horror da anni a questa parte.

Tornando a “Resident Evil: Extinction”, la pellicola funziona anche dal punto di vista dell’horror puro. In più di un’occasione il film regala allo spettatore un sincero salto sulla poltrona, in virtù del montaggio dal timing perfetto e dei sapienti effetti di trucco. Ancora una volta poi l’adrenalinica Milla Jovovich dimostra di essere perfetta per il ruolo dell’eroina maledetta, e si diverte in una performance tutta atletismo e primissimi piani sul suo volto affascinante.

Puro mezzo di intrattenimento, “Resident Evil: Extinction” riesce dove i due precedenti avevano sommariamente fallito: spaventare il pubblico ed insieme offrirgli uno spettacolo non convenzionale, anche se comunque incanalano in un genere bene riconoscibile e dalla fruizione superficiale. Da vedere con gusto, perché almeno l’intrattenimento questa volta c’è e funziona.