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Torino fa trenta

Presentato il 30° Torino Film Festival, in programma dal 23 novembre al 1 dicembre: 223 film, di cui 70 tra opere prime o seconde

30° Torino Film Festival

06.11.2012 - Autore: Guglielmo Maggioni
“Orgoglioso”. Si definisce così Gianni Amelio nel presentare oggi alla Casa del Cinema la trentesima edizione del Torino Film Festival (che si svolgerà dal 23 novembre al 1 dicembre prossimi). Una manifestazione che rimane attenta, come aggiungerà poi, a quel cinema dell'avvenire che ne conferma la vitalità anche di questi tempi. Archiviate (più o meno) le polemiche, ecco quindi le pellicole che compongono l'edizione 2012 di una kermesse entrata ufficialmente negli enta e che si presenta agguerrita sia in termini quantitativi sia qualitativi, forte dei suoi 223 titoli (tra cortometraggi e lungometraggi), di cui oltre 70 tra opere prime e seconde.

Si parte da Quartet, esordio del settantenne Dustin Hoffman interpretato da mostri sacri del cinema inglese come Maggie Smith e MIchael Gambon, per finire con Ginger & Rose, coming of age ambientata nella Londra dei primi anni Sessanta diretta da una rediviva Sally Potter, rispettivamente film di apertura e di chiusura del Festival (due le madrine, perché, come sottolinea lo stesso Amelio “non ci facciamo mancare niente”: Claudia Gerini ad aprire il 23 e Ambra Angiolini a chiudere l'1).

Addentrandosi più nel dettaglio nel programma ecco quindi le sedici opere in concorso (tutte prime o seconde, a parte una e di cui, ricorda sempre Amelio, una buona metà si merita le quattro stellette di mereghettiana memoria), tra cui tre italiane (come nel caso di Smettere di fumare fumando di Gipi), che verranno giudicate da da una giuria presieduta da Paolo Sorrentino. Tra i trenta film di Festa Mobile, almeno da ricordare (oltre ai casi di Dustin Hoffman e Sally Potter già citati) La parte degli angeli, il nuovo film di Ken Loach (a cui verrà consegnato il Gran Premio Torino insieme a Ettore Scola), ma anche la rilettura pop di Anna Karenina diretta da Joe Wright, scritta da Tom Stoppard e interpretata da Keira Knightley o la Pervert's Guide to Ideology secondo Slavoj Zizek. Novità di quest'anno la sezione Classics, legata ai film sul cinema (come L'estate di Bruno Cortona, pellegrinaggio sui luoghi del Sorpasso) o a semplici omaggi a grandi maestri come Rossellini (di cui si proietta la versione restaurata e integrale di Viaggio in Italia).

Dopo il new horror o la personale di Winding Refn, Rapporto confidenziale si interroga invece sulle ossessioni e possessioni del thriller contemporaneo come nel caso di Chained della figlia d'arte Jennifer Lynch (che aprirà la sezione venerdì 23) o Christmas with the Dead di Terrill Lee Lankford (che ricorda La notte del Drive-In di Lansdale).

Altra novità del Tff è Torino XXX, omaggio ai tanti registi passati al Festival nel corso dei suoi trent'anni di storia, di cui si proietteranno le ultime opere: e si va dall'appena scomparso Wakamatsu a Matteo Garrone (eccezione del caso con Terra di mezzo, il suo primo film), passando per le Holy Motors di Leos Carax e No di Pablo Larrain.

Ricca e variegata la sezione dedicata ai documentari (non un ghetto o un'area protetta, ma forse, come dichiara il curatore Davide Oberto, “la parte più viva e audace del cinema contemporaneo non solo italiano”), veri e propri blocchi di cinema espanso tesi a riflettere sul presente (è il caso dell'ultima fatica in 3D di un maestro dell'avanguardia statunitense come Ken Jacobs dedicata a Ocupy Wall Street) in cui troverà anche spazio un omaggio (ovviamente eccentrico) a Carmelo Bene a dieci anni della scomparsa e di cui si vedrà un montaggio di materiali mai visti della durata di undici ore di Nostra Signora dei turchi.

Lo sguardo in avanti, il cinema più giovane (non in senso anagrafico) e di ricerca, ma anche in grado di raccontare e narrare storie, trova come sempre spazio in Onde che, oltre a lungometraggi, mediometraggi e cortometraggi etichettabili superficialmente con il termine sperimentali, presenta omaggi al nuovo maestro della tradizione portoghese Miguel Gomes (autore di quel Tabu, da molti considerato come il miglior film quest'anno a Berlino) o al collettivo tutto italiano (bolognese) Zimmerfrei.

Last, but not least, la retrospettiva. Quest'anno dedicata a Joseph Losey, autore paragonato a Bergman e Antonioni negli anni Settanta per la sua ricerca sull'immaginario non solo del tempo, oggi poco ricordato, ma regista di film come Il servo, L'incidente e Messagero d'amore (sceneggiati da Harold Pinter), Modesty Blaise o Don Giovanni, di cui il Festival presenterà tutti i lungometraggi, e alcuni tra i cortometraggi e documentari realizzati negli anni Quaranta e Cinquanta, per un totale di 37 titoli.

Il programma completo è scaricabile dal sito ufficiale del Festival.