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Top Five: poveri diavoli!

In occasione dell'uscita de "Il rito", siamo andati a ripescare le cinque migliori manifestazioni del Diavolo al cinema, tra orrore puro e commedia

Il rito - Marta Gastini

12.02.2011 - Autore: Marco Triolo
Piccoli diavoli, poveri diavoli o anticristi che siano, la storia del cinema brulica di demoni nascosti sotto le mentite spoglie di uomini, donne e bambini insospettabili, veicoli di possessioni che a volte sfiorano il ridicolo, ma che più spesso finiscono per incutere vero terrore nel cuore dei cinefili. In occasione dell'uscita de “Il rito”, abbiamo selezionato quelle che secondo noi sono le cinque manifestazioni del Maligno più memorabili di sempre.

Katie Featherstone fugge nel panico

5. “Paranormal Activity”
Il fenomeno horror di Oren Peli è anche un film di possessione: possessione di una casa, prima di tutto, che poi sfocia nella possessione di una persona, la povera Katie (o la piccola Katie?). La quale tenta per tutto il film di sfuggire a una maledizione cucita su misura per lei. Senza successo, ovviamente: il demone brutto e cattivo che le infesta la villetta a schiera nuova, tra rumori molesti, porte che sbattono e urla agghiaccianti, alla fine ha la meglio. Ma è solo in “Paranormal Activity 2” che vediamo di cosa veramente è capace: come un vero ninja, questo demone sguscia alle spalle della gente senza farsi sentire e torce colli con l'abilità di uno Schwarzenegger degli anni d'oro. Brutte cose per i vicini di casa.

Keanu Reeves e Al Pacino in una scena de L'avvocato del diavolo

4. “L'avvocato del diavolo”
Il Diavolo è un gigione? Doveva pensarlo Taylor Hackford quando ingaggiò Al Pacino per interpretare sua maestà il Signore delle Tenebre in questo horror di culto per la generazione cresciuta negli anni Novanta. Rivisto oggi, trattasi di una idiozia col botto, dove per di più Satana, anziché mangiare le anime dei peccatori, si mangia i colleghi in una continua, inarrestabile, “sprupuzziunata” prova di forza attoriale che ha ben pochi eguali nella storia del cinema. Troppo, troppo, però è impossibile negare che, se foste un avvocato di successo pieno di belle donne e contemporaneamente il boss delle forze del male, beh... anche voi vi comportereste con la stessa impunita sbruffoneria. E poi la scena in cui Al entra in chiesa e infila la mano nell'acqua santa facendola bollire non ha prezzo.

Walter Matthau e Roberto Benigni

3. “Il piccolo diavolo”
“Modello numero quattro: Giuditta!”: chi non se lo ricorda? Il diavoletto che si incarna dopo un esorcismo e svonvolge la vita di padre Maurizio (Walter Matthau) è una delle creazioni più irresistibili e irriverenti di Roberto Benigni, e non a caso fu un campione di incassi. La scena della sfilata di moda in chiesa è da antologia, come quella in cui Benigni impara a svuotare la vescica allagando un'intera strada, mentre Matthau tenta di fermarlo intimandogli “Rimettilo dentro! Rimettilo dentro!”. Ma poi, un diavolo che si chiama Giuditta... non è una trovata geniale? E per la prima volta un abitante degli inferi non fa la parte del cattivo, ma di un bambinone che non ha idea di come muoversi nel mondo degli umani. Indimenticabile!

Il piccolo Harvey Stephens

2. “Il presagio”
C'è una regola tacita del cinema che dice più o meno, “Se volete spaventare ma non avete grandi idee, piazzateci uno o più bambini con lo sguardo truce”. “Il presagio” è forse il re della children exploitation... Ok, così non suona molto bene. Cioè, non è che Richard Donner abbia messo dei bambini a lavorare gratis, no: con children exploitation intendiamo proprio questo sfruttamento dell'immagine diabolica che può scaturire da un innocente bamboccio, se diretto a dovere. E mai, neanche per un secondo, dubiterete che il piccolo Damien (Harvey Stephens) sia il Diavolo incarnato. Lo dubita anche troppo Gregory Peck, che si convince solo quando trova un cane nella tomba della madre di Damien. Ma svegliarsi prima, no?

Linda Blair posseduta

1. “L'esorcista”
Eh vabbè, in una Top Five sulle manifestazioni demoniache potevamo non menzionare il film satanico più famoso di tutti i tempi? “L'esorcista” di William Friedkin ancora oggi fa morire di paura. Ma è soprattutto la piccola Linda Blair (torniamo alla regola d'oro dei bambini) a terrorizzare con le sue camminate ragnesche, i suoi vomiti verdi e le sue blasfemità e amenità varie. Seriamente, quanto pelo sullo stomaco bisogna avere per far pronunciare a una ragazzina appena adolescente battute come “Tua madre eccetera eccetera all'inferno”? Davvero inquietante solamente a pensarci. Poteva questo film non stare al primo posto della classifica? Certo che no. Scontato? Forse sì, ma quel che è giusto è giusto.