1. La battaglia finale da “Independence Day” (1996)

Se dobbiamo citare il film per cui Emmerich passerà alla storia, non abbiamo dubbi: “Independence Day” ha innovato il cinema spettacolare americano, inserendovi per la prima volta una dose massiccia di CGI. E non dimentichiamoci che ha trasformato per primo – altro che Michael Bay! – Will Smith in credibile eroe d’azione. La battaglia finale, che vede in parallelo le imprese di Smith e Jeff Golblum, mentre con un virus per Mac abbattono le difese degli alieni nella nave madre, e dell’esercito terrestre che fa saltare in aria i cattivi in una spettacolare battaglia aerea, ha dell’incredibile ancora oggi. Sulla terra, l’ex ubriacone redento manda affanculo gli extraterrestri sacrificandosi come una letale supposta, mentre nello spazio Willy e Jeff piazzano una bella bomba H nel cuore dell’astronave madre. Ricordo ancora che, nel momento in cui i due riescono ad abbandonare la nave per il rotto della cuffia a mezzo secondo dall’esplosione, un amico si girò verso di me e disse: “è il film più bello che abbia mai visto”. Pensai che avesse ragione.
2. L’apertura del portale, da “Stargate” (1994)

“Stargate” fu il primo grande successo di Emmerich, e ha senz’altro un merito: quello di aver resuscitato la fantascienza al cinema, che nei primi anni novanta era praticamente sparita dalle sale. Rivisto adesso, “Stargate” appare riuscito a metà, con una seconda parte che si trascina un po’ stanca. Ma è indubbio che tutta la sequenza iniziale, in cui Daniel Jackson (James Spader) decifra l’ultimo simbolo e apre lo stargate verso un nuovo mondo, racchiude la magia di certe analoghe produzioni anni ’80. In più, Emmerich fa due cose che rimangono impresse: primo, recupera dal mondo delle ombre il grandissimo Kurt Russell, e secondo piazza un nerdissimo scienziato nel ruolo di protagonista, come spesso si vedrà nei suoi film. Spader non solo salva due mondi dalla schiavitù eterna, ma alla fine si porta pure a casa la bellona di turno!
3. La natura si ribella, da “The Day After Tomorrow” (2004)

Sicuramente “2012” (vedi sotto) stabilirà nuovi record di distruzione totale, ma all’epoca della sua uscita, “The Day After Tomorrow – L’alba del giorno dopo” non fu da meno. Sconfiggendo la noia di “Deep Impact” e l’idiozia spinta di “Armageddon”, il film di Emmerich riesce in un intento incredibile: quello di far divertire il pubblico, che assiste esilarato ad alcune delle migliori sequenze di devastazione mai concepite, e allo stesso tempo di veicolare un messaggio ecologista che traspare lucido come mai prima nel cinema del teutonico. Detto questo, ricorderemo per sempre la sequenza che mostra la vendetta della natura contro il genere umano, colpevole di aver inquinato la terra e disciolto i poli: prima i tornado devastano Los Angeles – e con gusto iconoclasta, Emmerich non rinuncia a cancellare la scritta di Hollywood – poi un’onda anomala si abbatte su New York. Che colpi da maestro!
4. La California si inabissa, da “2012” (2009)

Sì, lo sappiamo: il film non è ancora uscito nelle sale. Ma, non si sa per quale assurda decisione di marketing, Columbia ha deciso di postare on-line una lunga sequenza di 5 minuti e mezzo, che mostra l’inabissamento della California e la fuga di John Cusack e famiglia. Tra voragini che avanzano più rapide delle auto, ciambelle giganti, palazzi che collassano e chi più ne ha più ne metta, il gruppo riesce ad arrivare miracolosamente illeso all’aeroporto e a fuggire dalla catastrofe naturale. Il tutto grazie alla preveggenza di Cusack, che non ascolta le parole del governatore dallo spiccato accento tedesco, il quale assicura, con voce solenne: “il peggio è passato”!
5. Mel Gibson contro l’Inghilterra, da “Il patriota” (2000)

Oggetto anomalo nel fantastico calderone di Roland Emmerich, “Il patriota” racconta, con abbondanti dosi di retorica gratuita, la storia di Benjamin Martin (Mel Gibson), veterano della Guerra dei Sette Anni che si ritrova suo malgrado coinvolto nella Rivoluzione Americana, dopo che i soldati britannici gli hanno ammazzato un figlio. Ed è proprio questa scena, che scatena la furia di Martin, a rimanere scolpita nella memoria: Gibson si abbandona alla violenza, cogliendo di sorpresa il contingente inglese in un bosco e ammazzando i soldati uno ad uno, anche grazie all’aiuto di due dei suoi sette figli. Alla fine, massacra a colpi di accetta l’ultimo rimasto, e si rialza coperto di sangue: giustizia è fatta!
E ora, la scena più demente del cinema di Roland Emmerich, ovvero…
I lupi al computer! Da “The Day After Tomorrow”
Dite la verità, pensavate che avremmo tirato fuori qualcosa dal demenziale “10.000 AC”, eh? Beh, ci avevamo pensato, ma il problema di quel film è che tutto è talmente sopra le righe, da risultare impossibile scegliere una sequenza in particolare. Invece, salta subito agli occhi, forse perché all’interno di quello che è probabilmente il film migliore di Emmerich (vedi punto 3), la scena dei lupacci affamati in “The Day After Tomorrow”. Non che l’idea dei lupi fuggiti allo zoo che braccano i protagonisti in una nave russa sia da buttare, intendiamoci: il problema è che le bestiole sono state fatte al computer! Una domanda sorge spontanea: perché? Non potevano permettersi un ammaestratore e un paio di husky? Qualunque sia il motivo, provate a dare uno sguardo alla scena in questione: non crederete ai vostri occhi. Grazie anche per questo, Roland!