NOTIZIE

Top Five: Apocalissi sullo schermo

In occasione dell'uscita di "Legion", rivediamo la storia del filone apocalittico, tra guerrieri della strada, olocausti nucleari e morti che camminano...

Legion - Paul Bettany

09.02.2010 - Autore: Marco Triolo
Ah, cosa faremmo senza la nostre dose annuale di apocalissi al cinema? Che sia per colpa di radiazioni venusiane in grado di resuscitare i morti, olocausti nucleari o glaciazioni, il cinema ha sempre amato raccontare la disfatta dell’umanità, senza lesinare in effetti spettacolari che spesso sono la scusa, più che il mezzo, per narrare l’ennesima catastrofe in celluloide.

Il genere apocalittico e post-apocalittico è uno dei filoni più amati del cinema fantastico e non sembra cedere agli anni, anzi: proprio in questa stagione cinematografica abbiamo visto “The Road” (qui la recensione) di John Hillcoat (a Venezia) e “2012” di Roland Emmerich. Il 26 febbraio, poi, uscirà “Codice genesi” dei fratelli Hughes e dal 12 marzo vedremo “Legion” di Scott Stewart. In particolare, quest’ultimo (di cui parliamo in dettaglio qui, mentre qui si parla del protagonista Paul Bettany) introduce un elemento derivato dalle sacre scritture: quello del Giudizio Finale, la discesa delle schiere di angeli mandati da Dio per ripulire il mondo dagli esseri umani. Una strada poco battuta, ma che si preannuncia visivamente allettante.

Il grandissimo Peter Sellers in Il Dottor Stranamore di Stanley Kubrick

Con l’occasione, dunque, vi presentiamo cinque film che hanno segnato la storia di questo genere. Per ovvi motivi di spazio, ci tocca escludere opere come “L’ultimo uomo della terra”, “The Day After” e “Armageddon”. Quest’ultimo, pur avendo un titolo perfetto per la nostra lista, in realtà non appartiene propriamente a questo filone. E poi, a malincuore abbiamo lasciato fuori anche “Scusa ma ti chiamo amore”, esempio perfetto dell’apocalisse culturale che ormai attanaglia il nostro paese. Oh, beh. Si parte!

Jake Gyllenhaal in The Day After Tomorrow - L'alba del giorno dopo

5. “The Day After Tomorrow - L'alba del giorno dopo”
Grande film di Roland Emmerich, “The Day After Tomorrowè forse il migliore popcorn movie mai realizzato sulla fine del mondo. Chiariamo: si parla di “popcorn movie”, dunque di quei film che non hanno vere e proprie velleità di riflessione sociale, ma intendono solo farvi trascorrere due ore a tifare per gli elementi. E in questo Emmerich riesce benissimo, mettendo in scena furiosi tornado, onde anomale chilometriche e infine la glaciazione dell’intero emisfero boreale! Inoltre, e senza strafare, il regista ci infila contro ogni previsione un paio di sequenze niente male, che costringono a riflettere sulla nostra stupidità: su tutte, gli americani che si affollano al confine col Messico, sperando di raggiungere la salvezza. Un ribaltamento per nulla sottile, ma semplice, efficace e in grado di parlare a tutti con la stessa forza. Mica roba da ridere.

Viggo Mortensen è il protagonista di The Road, tratto da Cormac McCarhty

4. “The Road”
Ne abbiamo accennato più sopra: John Hillcoat dirige questo riuscito adattamento dell’omonimo romanzo di Cormac McCarthy (lo stesso di “Non è un paese per vecchi”). “The Road” è il perfetto film post-apocalittico per varie ragioni: primo, non perde tempo nel raccontare cosa abbia generato la fine del mondo. A parte un paio di rapidi accenni a lingue di fuoco o roba simile, il regista evita inutili preamboli e ci molla nel bel mezzo di una landa grigia e desolata, così che il nostro smarrimento rispecchi quello dei protagonisti. Come ogni film catastrofico che si rispetti, in primo piano c’è il rapporto tra i personaggi: in questo caso un padre e un figlio che vagano alla ricerca di un posto migliore, anche se pure la speranza è ormai morta. Inoltre gli elementi western si sprecano: l’umanità è tornata a uno stadio semi-primordiale, l’America è una sterminata terra di nessuno dove vige la legge del più forte e chi è armato ha più speranze di cavarsela. Un film cupo, un pugno nello stomaco devastante. Infatti da noi pare che uscirà solo in dvd, perché ritenuto “troppo deprimente” per il pubblico italiano. Ma stiamo scherzando vero??

Per saperne di più
Il trailer del film
La nostra recensione
Il nostro incontro con Viggo Mortensen e il regista

Il giorno degli zombi

3. “Il giorno degli zombi”

Il terzo capitolo nella saga degli zombi iniziata da George Romero con “La notte dei morti viventi” è il più lucido esempio della sua visione post-apocalittica. Un mondo in cui i morti camminano non è certo un posto in cui poter ricostruire anche la minima parvenza di una società “normale”, perché le leggi della natura stessa sono sovvertite. Un gruppo di superstiti vive nel sottosuolo, in una base militare dove per lo meno si riescono a tenere a bada i morti. Ma anche nell’ora più oscura, l’umanità mostra il suo lato peggiore: la faida interna alla base tra ottusi militari e illusi scienziati farà più danni degli zombi stessi. Un film che risulta ancora più duro e difficile da digerire se lo si vede dopo il precedente “Zombi”, che invece ha l’ironia di un fumettone sopra le righe. Qui l’umorismo nero lascia il posto a una riflessione tragica sulla natura prevaricatrice dell’essere umano. Condita con gli effetti speciali raccapriccianti di Tom Savini!

Il pianeta delle scimmie

2. “Il pianeta delle scimmie”
Voi uomini l’avete distrutta! Maledetti! Maledetti per l’eternità!”. Un finale che è entrato di diritto nella leggenda chiude uno dei classici della fantascienza anni ’60. Un finale che è anche colpo di scena, perché lo spettatore non sa di trovarsi di fronte a un film post-apocalittico finché tutto non viene rimesso in prospettiva da quella singola, agghiacciante inquadratura della Statua della Libertà corrosa dai millenni. Un monito che ancora oggi fa venire la pelle d’oca, ma che quando uscì il film – si parla del 1968 – deve essere stato un sonoro calcio negli zebedei per chi era terrorizzato dalla minaccia nucleare. Charlton Heston – che, ironicamente, molti anni dopo sarebbe diventato presidente della National Rifle Association – batte i pugni sulla sabbia e si arrende all’amara evidenza: l’Uomo, che pareva destinato a grandi cose, ha rivelato la sua natura di bestia irrazionale. Nel peggiore dei modi.

Mel Gibson in Interceptor

1. “Interceptor – Il guerriero della strada”
Il nostro campione non poteva che essere lui, Mad Max, l’eroe per eccellenza del medioevo post-atomico. Il film che abbiamo scelto è non a caso il secondo capitolo della saga di George Miller: se infatti il primo “Interceptor – Mad Max” accennava solamente ad una società futura allo sbando, il secondo chiarisce da subito che l’umanità è regredita alla barbarie dopo un olocausto nucleare che ha reso il mondo un arido deserto, dove acqua e benzina sono la principale merce di scambio, e chi li possiede ha il potere. Max attraversa le lande desolate raddrizzando i torti senza chiedere nulla in cambio, un po’ come faceva Clint Eastwood nella “Trilogia del dollaro” di Sergio Leone. Un Mel Gibson all’apice della forma per un film indimenticabile, che ha anche fornito il materiale a Buronson e Tetsuo Hara per la creazione di Ken il Guerriero. Epocale. 

Per saperne di più
Miss Liberty - La più amata di Hollywood!