Leggete la nostra recensione di The Wolf of Wall Street.
The Wolf of Wall Street, l'ultimo lavoro di Martin Scorsese, è già stato incluso in parecchie classifiche di fine anno di siti e registi americani (da noi uscirà il 23 gennaio), ma la classifica più bizzarra in cui lo ritroviamo non ha nulla a che vedere col suo valore artistico. Il film, infatti, conquista un record molto particolare: è la pellicola di finzione in cui la parola “fuck” è usata più frequentemente nella storia del cinema.
La fonte è Wikipedia, che indica al primo posto, manco a dirlo, il film Fuck, in cui la “parola con la f” è pronunciata ben 857 volte. In quel caso, però, si tratta di un documentario sull'uso della parola nella società americana, dunque non stupisce un numero così alto. In The Wolf of Wall Street, invece, “fuck” viene pronunciato 506 volte: il film si attesta così al secondo posto della classifica, battendo il precedente record di Summer of Sam di Spike Lee (435 volte).
Scorsese appare svariate volte nella lista, al quinto posto con Casinò (422), al dodicesimo con Quei bravi ragazzi (300) e al trentunesimo con The Departed (237). Vista la materia trattata in The Wolf of Wall Street, il record non cade come un fulmine a ciel sereno: Jordan Belfort (Leonardo DiCaprio) e la sua cricca di viziosi e corrotti agenti di borsa hanno fatto cose ben peggiori che pronunciare qualche parolaccia. Agli italiani, poi, un record del genere fa appena sorridere, ma bisogna giudicarlo nel contesto della società americana, sempre preoccupatissima in tema di violenza verbale nei film e nelle serie TV, punita e censurata molto più di quella grafica. Basti pensare che un film PG-13 ha il “permesso” di pronunciare un solo “fuck”, altrimenti la MPAA lo cataloga immediatamente come R-rated, vietato ai minori di 17 anni non accompagnati.
The Wolf of Wall Street sarà distribuito in Italia da 01 Distribution.


NOTIZIE
The Wolf of Wall Street è il film con più "fuck" della storia
Documentari esclusi, la pellicola di Scorsese batte i record con 506 “f-bombs”

02.01.2014 - Autore: Marco Triolo