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The ring

Remake di un cult-movie giapponese targato 1998 e campione d'incassi in America , "The Ring" è un interessante horror che però non ci ha convinti del tutto.

The ring

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Di Gore Verbinski; con Naomi Watts   Quando la nipote adolescente muore in circostanze misteriose, la giornalista Rachel Keller (Naomi Watts) decide di indagare su una misteriosa leggenda metropolitana: sembra infatti che una videocassetta maledetta provochi la morte di chi la vede a distanza di una settimana esatta. Giunta in possesso del nastro, la donna decide di vederla confortata dal proprio scetticismo. Ben presto però segni inquietanti e presagi oscuri iniziano ad abbattersi su di lei, sul figlioletto Aidan (David Dorfman) e sul padre del bambino, Noah (Martin Henderson). Resasi conto del pericolo imminente, Rachel capisce di avere poco tempo a disposizione per sventare la maledizione che è caduta su di lei, e su chiunque altro ha visto il nastro. Ben presto le sue ricerche la porteranno indietro nel tempo sulle tracce di fatti drammatici e spaventosi   Difficile esprimere un giudizio definitivo su questo pur interessante The Ring: molti sono i punti pro o contro una bocciatura od uneventuale consacrazione di questhorror, che è stato un po a sorpresa uno dei maggiori incassi dell autunno americano, arrivando a totalizzare più di 110 milioni di dollari dincasso. Partiamo perciò dai difetti del film, che non sono a nostro avviso pochi: prima di tutto a rendere la pellicola difficile da seguire è loscurità della trama e del suo dispiegarsi; finché cioè la vicenda deve essere costruita la storia scorre lineare ed efficace; quando però il tutto deve essere sciolto, ecco che inizia a non capirsi più molto di ciò che sta avvenendo e soprattutto del perché sta avvenendo.   Remake di un cult-movie giapponese targato 1998, The Ring ne mantiene pressoché intatta la struttura narrativa, non riuscendo però a renderla più scorrevole e comprensibile. Peccato, perché per il resto il film è piuttosto ben riuscito; a dire il vero le scene che ci hanno spaventato non sono poi molte (anche se almeno una ce la sogneremo per un bel po), eppure per tutta la durata del lungometraggio siamo stati attanagliati da un senso di angoscia davvero snervante; merito di questo tipo di riuscita stilistica molto è da ricercarsi nella regia di Verbinski, onesto artigiano che ha dimostrato di sapersi muovere bene allinterno di vari generi e produzioni. Molto merito va anche allinterpretazione di Naomi Watts, la giovane australiana che dopo lexploit di Mulholland Drive (id., 2001) di David Lynch conferma la sua bravura di star in ascesa. Per il resto The Ring si conferma come un buon prodotto di routine, confezionato con la solita cura dei particolari ed attento a solleticare il gusto dello spettatore medio senza volerlo intorpidire nel solito, scontato spettacolo di genere. Con una maggiore attenzione e semplicità nel voler risolvere la storia, ne sarebbe probabilmente potuto venir fuori un vero gioiello horror. Rimane comunque un apprezzabile prodotto, da vedere per gustarsi poi un paio di notti insonni