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The Prestige

Uno dei migliori film dell'anno, presentato alla Festa di Roma. Dentro una confezione accuratissima si nasconde un cuore pulsante oscuro ed affascinante

The Prestige

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
  Se ancora qualcuno fosse dubbioso sulla statura che Christopher Nolan sta acquistando all’interno del panorama cinematografico contemporaneo, questo suo ultimo “The Prestige” arriva a chiarire definitivamente che si tratta di uno dei cineasti più importanti degli ultimi dieci anni. Già lo splendido “Batman Begins” (id., 2005) avrebbe dovuto testimoniare come l’autore non ha subito in alcun modo il passaggio dalla produzione media a quella “mainstream”, quindi maggiormente sottomessa alle leggi del mercato hollywoodiano. La capacità di inserire in simili progetti di grande portata il proprio discorso poetico, insieme ad una sempre riconoscibile eleganza formale, sono una peculiarità che pochissimi registi magari anche più dotati di Nolan hanno saputo sviluppare.

  “The Prestige” si inserisce perfettamente in questo discorso, in quanto opera che ha come tematica portante un discorso che già l’autore ha affrontato nei suoi precedenti lungometraggi: l’ossessione che porta alla perdita di contatto con la realtà – “Batman Begins”-, il senso della missione a cui tutto può essere sacrificato – “Memento” (id., 1998) -, il senso di colpa che infine porta alla rovina – “Insomnia” (id., 2001); ognuno di tali argomenti è più o meno contenuto in filigrana in questa nuova pellicola, che gioca interamente con lo spettatore in una maniera che appare classica,  che in realtà  percorre altri binari. Più che il meccanismo di scoperta e di sorpresa che regola molti snodi della sceneggiatura tratta dal romanzo di Christopher Priest, scritta dal regista insieme al fratello Jonathan, ciò che rende questo film densissimo di significati è proprio la progressione drammatica che porta i due protagonisti a perseguire la propria ossessione personale fino alle estreme conseguenze. In un’intelaiatura drammaturgica funzionale per un prodotto comunque destinato al grande pubblico assistiamo invece ad un’idea di storia che invece molto si avvicina ad un certo tipo di cinema autoriale, inteso nel senso migliore del termine.

Anche per quanto riguarda la mera realizzazione filmica “The Prestige” è immediatamente riconoscibile come un’opera di Nolan: in particolare la collaborazione con il direttore della fotografia Wally Pfister ha ormai raggiunto un’eleganza nell’elaborazione degli ambienti scuri che raramente si trova così efficace in altri cineasti. Evidentemente muoversi sempre in sintonia con una squadra determina in questo caso un’armonia di idee e di intenti che poi porta a tali, ottimi risultati artistici. Sembra questo il caso anche per quanto riguarda le interpretazioni degli attori, su cui spiccano il solito grande Michael Caine ed un Christian Bale sempre più convincente.

The Prestige” è senz’altro uno dei migliori lungometraggi presentati alla scorsa prima edizione della Festa del Cinema di Roma: dentro una confezione accuratissima si nasconde un cuore pulsante oscuro ed affascinante. Nolan conferma la sua abilità di regista e la sua personale intelligenza come costruttore di meccanismi narrativi tanto sofisticati quanto personali.