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The Last Stand - La nostra recensione

Arnold Schwarzenegger ritorna da protagonista in un film più western che action

The Last Stand - L'ultima sfida - Jaimie Alexander, Arnold Schwarzenegger

28.01.2013 - Autore: Marco Triolo
Leggete la nostra intervista ad Arnold Schwarzenegger.

Dieci anni fa usciva Terminator 3: Le macchine ribelli, ultimo film di Arnold Schwarzenegger prima che l'eroe dell'action anni Ottanta si ritirasse dalla recitazione per dedicarsi alla carriera politica. Da allora è apparso in alcuni cameo durante il mandato, tra cui Il giro del mondo in 80 giorni e I mercenari di Sylvester Stallone, ma per il resto ha completamente abbandonato la carriera di attore per circa una decade. Ora però è arrivato il tempo di tornare.

The Last Stand recensione Arnold Schwarzenegger - Schwarzenegger è lo sceriffo Ray Owens

Così, dopo un ruolo decisamente più abbondante ne I mercenari 2, Schwarzy torna da protagonista assoluto in The Last Stand – L'ultima sfida, film che segna anche l'esordio in America del regista coreano Kim Jee-woon, autore di Two Sisters e Il buono il matto il cattivo. Il risultato è un apprezzabile film d'azione più western di quanto si possa immaginare. Perché se The Last Stand è, da un lato, un prodotto congegnato esplicitamente per far ripartire la carriera di Schwarzenegger, piazzandolo nel bel mezzo del suo elemento, dall'altro è innegabile che i punti di riferimento di Kim siano più Mezzogiorno di fuoco e Un dollaro d'onore che non Commando o True Lies.

Tanto per cominciare, The Last Stand è ambientato in Arizona, in una cittadina costruita nel mezzo del deserto, tra paesaggi desolati e sabbiosi. Il protagonista, poi, è uno sceriffo, una delle figure più tipiche del genere western, e oltretutto uno sceriffo che si erge come unico baluardo della legge in un mondo controllato da un codice morale deviante come quello della banda di malviventi che gli invade il paese. Ray Owens attende l'arrivo di una forza del male soverchiante ma non riesce a ottenere aiuto praticamente da nessuno, a parte i suoi relativamente svogliati uomini, esattamente come in Mezzogiorno di fuoco. E non mancano nemmeno figure retoriche ben codificate come il duello, ripreso con tanto di piano americano in bella vista, e la sparatoria nel mezzo della via principale della cittadina.

The Last Stand recensione Arnold Schwarzenegger - Schwarzenegger e Johnny Knoxville

In mezzo a tutto questo, Schwarzenegger fa del suo meglio e scatena un carisma naturale che non è stato cancellato dall'età o dalla sospensione del servizio. È un po' imbolsito, un po' ingrassato, un bel po' più rugoso, ma il bello è che – a differenza, per esempio, di uno Stallone o dell'Harrison Ford di Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo – non nega mai la sua età, anzi la sfrutta per aggiungere al personaggio un livello di lettura, una disillusione fondata sull'aver visto troppa violenza quando lavorava nell'antidroga a Los Angeles. Lo scambio “Come si sente sceriffo?”, “Vecchio”, riassume tutto il film. Un film ben confezionato, divertente quanto basta, non eccezionale ma come sempre, nella filmografia di Schwarzenegger, realizzato con cognizione di causa e più intelligenza di quanto gli si vorrebbe imputare.

The Last Stand – L'ultima sfida, in uscita il 31 gennaio, è distribuito in Italia da Filmauro. Qui il trailer.