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The core

Un film quasi nostalgico dove sono contenuti due generi che sembravano quasi del tutto scomparsi.

The core

16.04.2003 - Autore: Adriano Ercolani
(Id., Usa, 2003) Do Jon Amiel; con Aaron Echkart, Hilary Swank e Stanely Tucci   Strani episodi iniziano a verificarsi in diverse parti del mondo. A Boston muoiono nello stesso istante più di trenta persone portatrici di pace-maker. A Londra uno stormo di piccioni perde l'orientamento e si schianta contro tutto quello che capita. Il geofisico Josh Keyes (Aaron Eckhart) scopre ben presto la causa di questi strani ed inquietanti eventi: il nucleo del globo terrestre ha smesso di girare, e ben presto il campo magnetico che gravita intorno al pianeta scomparirà, estinguendo tutta la vita presente. In gran segreto l'esercito americano allestisce una squadra composta da scienziati e piloto per mandare una nave al centro del pianeta per bombardarlo con testate nucleari e rimettere in moto il nucleo: tra i componenti della spedizione vi sono il pilota Rebecca Childs (Hilary Swank), ed gli scienziati "Braz" Brazzelton (Delroy Lindo), Conrad Zimsky (Stanley Tucci) e Sergei Leveque (Tcheky Karyo). Ovviamente, la missione si rivela più ardua del previsto, e non tutti riusciranno a rivedere la superficie   "The Core", a modo suo, è un film quasi nostalgico. In esso sono contenuti due generi di film che sembravano, fino a pochi ani fa, quasi del tutto scomparsi; il primo è il "disaster movie" che tanto aveva avuto successo nella prima metà degli anni '70 (vi ricordate titoli come "L'Inferno di Cristallo") e che al giorno d'oggi si è ripresentato sotto mentite spoglie fantascientifiche; il secondo genere è proprio il b-movie di fantascienza che ha spopolato già negli anni '50, dove viaggi improbabili nello spazio o al centro della terra venivano arditamente compiuti da eroi senza macchia, in pellicole divertenti nella loro grossolanità. Il film di Amiel, anche nel suo impianto estetico, vuole a nostro avviso rendere omaggio a questo tipo di cinema: il regista ha scelto perciò un tipo di confezione accurata ma che vuole dare l'impressione dell'artigianalità dell'operazione; va da sé che scenografie, costumi e soprattutto effetti speciali hanno un sapore antico, non ultra-moderno e sempre più perfezionato come accade ai blockbuster che vediamo ogni due mesi al cinema. "The Core" risulta perciò essere una pellicola-giocattolo stranamente rétro nell'impianto visivo; l'idea in molti momenti risulta anche essere divertente, soprattutto perché la storia è a tratti frizzante e quasi tutti i personaggi simpatici (in particolare il protagonista baldanzoso, adatto al fisico ed alla simpatia di Aaron Eckhart); purtroppo però il lungometraggio soffre di un grave difetto per un'operazione del genere: dura due ore ed un quarto, e nell'ultima mezz'ora non riesce più a coinvolgere emotivamente lo spettatore. A parte questo però il film si lascia vedere e contiene alcune scene molto riuscite, come ad esempio l'enigmatico ed inquietante inizio: se vi aggiungiamo poi una quantità sterminata di affettuose citazioni a classici di fantascienza del passato (la più gustosa è quella a "Gli Uccelli" di Hitchcock), ecco che i soldi del biglietto non verranno rimpianti...
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