Presentato all'ultima Mostra di Venezia, il "western apocalittico ambientato in un deserto spietato" di Ana Lily Amirpour si offre finalmente a tutti con il trailer appena diffuso dalla Annapurna Pictures. Il suo The Bad Batch presenta un'ambientazione che ammicca molto a Mad Max nella rappresentazione di un mondo desolato nel quale si muovono soggetti di ogni tipo e domina una violenza incontrollata, che ricorda i vari Purge… E su tutto, le maschere - in primis di Jason Momoa e Keanu Reeves - che vediamo apparire in scena:
"Attenzione. Oltre questa barriera non siete più in territorio texano. Da qui in poi nessuno sarà considerato come residente negli Stati Uniti d'America né sarà riconosciuto o governato da quelle leggi e organi di governo. Buona fortuna" recita il cartello che ci accoglie, e che accoglie chi voglia superare questa sorta di 'muro'. Un 'Lasciate ogni speranza o voi che entrate' che - come nella Commedia - non sembra aver funzionato come deterrente, soprattutto nel tenere fuori il caos dalla vita delle persone.
Un vero e proprio collage di disperati si va formando sotto i nostri occhi, percorsi diversi si intrecciano e scontrano nel film della giovane e promettente regista del A Girl Walks Home Alone at Night tanto apprezzato al Sundance di qualche anno fa e che si propone come Instant Cult… Più per la rappresentatività di personaggi tanto iconici che per una compattenza estetica e narrativa, a sentire le prime critiche. Che comunque - insieme alle prime immagini disponibili - accendono la curiosità su una storia tra il politico e il surreale nella quale seguiamo la malcapitata Arlen (Suki Waterhouse), scaricata dalla società civile in questo 'post Texas' e che, cercando di orientarsi in un ambiente che non perdona nessuno, viene catturata da una banda di cannibali selvaggi trovandosi costretta a combattere per salvarsi. I concetti di buono e cattivo dipendono molto dal lato del muro da cui si guardano.
