Terry Gilliam non vedrà mai più La leggenda del re pescatore allo stesso modo. Il film da lui diretto nel 1991, e interpretato da Robin Williams, ha assunto per lui un senso tutto nuovo dopo il suicidio improvviso dell'attore, morto il mese scorso a 63 anni.
Gilliam, frequente collaboratore dell'attore, che ha diretto anche in Le avventure del Barone di Munchausen e che ha chiamato a doppiare (in un cameo) The Zero Theorem, ha faticato ad affrontare un lutto così inaspettato. L'amara ironia del caso l'ha portato a dover rivedere, proprio in questi giorni, La leggenda del re pescatore, per motivi puramente “tecnici”. “Criterion sta preparando un'edizione Blu-Ray e la settimana scorsa ho dovuto rivederlo. Sono abbastanza depresso sin dalla morte di Robin e vederlo è stato inebriante perché ho rivisto Robin vivo e vegeto”, racconta il regista a The Hollywood Reporter.
Gilliam spiega che secondo lui quello di Parry, un uomo che impazzisce e diventa un barbone dopo la morte violenta della moglie, decidendo di cercare il Santo Graal, è il ruolo più completo che l'attore abbia mai interpretato. “C'è l'intera gamma recitativa di Robin, dall'esilarante al maniacale, fino al dolce, al sensibile e al tormentato. È tutto lì”. Il regista ricorda in particolare le scene in cui Williams è inseguito dal Cavaliere Rosso, che nella sceneggiatura erano più “stucchevoli” del risultato finale. Fu lo stesso Gilliam a spingere affinché quelle sequenze risultassero più cupe nel film, e l'attore fu totalmente d'accordo: “Alcune di quelle scene sono difficili da rivedere perché sappiamo quanto è successo poi. Non ho dovuto forzarlo perché conosceva il suo lato oscuro e cosa significhi avere dei demoni”. “Sono uscito dalla proiezione Criterion con il sorriso in volto, perché ho trovato il vero Rob”, conclude Gilliam.
Prima di morire, Williams ha terminato di doppiare Dennis the Dog, uno dei personaggi di Absolutely Anything, film di Terry Jones che riunisce finalmente i Monty Python al cinema. “È stato orribile quando si è ucciso – continua Gilliam – Tutti noi che abbiamo lavorato con lui, Matt [Damon], Jeff [Bridges], non riuscivano a immaginare che non ci fosse più”. E conclude: “La reazione in tutto il mondo è stata incredibile. Hollywood era probabilmente diventata cinica perché i suoi film non funzionavano più, ma il mondo lo amava per via della sua unicità”.