
Sebbene mai all'altezza dell'originale Io vi troverò - uno dei guilty pleasure dell'ultimo decennio - Taken: La vendetta cerca di trovare spunti visivi e narrativi che si liberino dal concetto di sequel fotocopia, più grande e più spettacolare. Non ci riesce sempre, sebbene regali alcuni momenti adrenalinici. Il film parte a rilento a Los Angeles, lavorando su sentimenti e humour: la macchina da presa di Olivier Megaton (regista di Transporter 3) vuole prendere in giro il personaggio sottolineando l'iper-prottettività verso la figlia, scatenata dalla sua gelosia. Serve a poco, del resto siamo andati al cinema per vedere Bryan fare “quello che sa fare meglio”. Passano venti minuti prima che Neeson scateni la bestia che ha dentro. E lo fa gradualmente, prima con un paio di sequenze di lotta da riscaldamento e poi con un'escalation d'azione nella quale lo vediamo a tutti gli effetti superuomo.
Due le scene madri di questo sequel in grado di emozionare: in una lo vediamo orientarsi nonostante sia bendato all'interno di un furgone e nell'altra dare indicazioni alla figlia al telefono mentre quella si muove tra i tetti di Istanbul con un paio di granate a portata di mano. Sequenze ben congegnate, eseguite e interpretate da un Neeson freddo e calcolatore. Una macchina da guerra che non conosce emozioni tranne quella di voler punire i cattivi. L'intera trama che ruota intorno alla vendetta dei cattivi è un MacGuffin due volte più superficiale di quello del primo film. Ma la location turca funziona, affascina e a tratti ruba la scena.

Ritrovare Mills in una nuova disavventura adrenalinica fa certamente piacere, a patto che sia l'ultima volta. Ma Hollywood non la pensa così...
Taken: La vendetta è distribuito dalla 20th Century Fox. Qui trovate il trailer.