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Swiss Army Man: il cadavere parlante di Daniel Radcliffe “tra Cast Away e Weekend con il morto”

L'ex Harry Potter divide il Sundance con il bizzarro film interpretato accanto a Paul Dano

Swiss Army Man

25.01.2016 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
“Immaginate un incrocio tra Cast Away e Weekend con il morto diretto da Michel Gondry”. Peter Debruge di Variety descrive così Swiss Army Man, commedia surreale diretta da Daniel Kwan e Daniel Scheinert (sotto lo pseudonimo collettivo “The Daniels”) e presentata al Sundance Film Festival, dove ha diviso il pubblico e scatenato una serie di defezioni durante l'anteprima. Il motivo è presto detto: Paul Dano interpreta un uomo naufragato su un'isola sperduta che, dopo aver tentato il suicidio, trova il cadavere di un altro uomo, interpretato da Daniel Radcliffe, e lo usa come zattera per attraversare il mare grazie alle sue... flatulenze. Esatto: l'ex Harry Potter interpreta un cadavere chiacchierone talmente gonfio di gas da funzionare come motoscafo.
 
Una premessa alquanto bizzarra, ma non temete: la stampa americana assicura che il film lo sia ancora di più. “Questo film indossa la sua assurdità come un motivo di vanto – prosegue Debruge – Il risultato rappresenta non solo il cinema indipendente, ma una forma emergente che potrebbe definirsi 'cinema indifferente', visioni personali altamente iconoclaste che non si preoccupano del successo commerciale”. “A turno incantevole, irritante, puerile eppure stranamente tenero – scrive su The Hollywood Reporter Leslie Felperin – È tutto merito dei registi e degli attori se ciò che sembra una manciata di gag sui fluidi corporei tirata per le lunghe evolva in qualcosa di assurdamente poetico e toccante”. E cita “Charlie Kaufman, Spike Jonze, Michel Gondry, Yorgos Lanthimos” tra i numi tutelari dei due Daniel. “Il tabù delle flatulenze (e della masturbazione) diventa metafora del bisogno di essere fedeli a se stessi – scrive Jordan Hoffman su The Guardian – È volgare e stupido, ma, grazie soprattutto a due ottimi attori e un uso elegante della musica e del montaggio, piuttosto commovente”.
 
Non tutti sono d'accordo, tuttavia: su The Playlist, Russ Fischer conferma la bravura di Radcliffe e Dano, “notevolmente impegnati”. Ma “le stramberie cadono in cliché puerili sulle relazioni e svolte sciocche, lasciando ogni vera idea fuori portata”. La “filosofia puerile” e la sensazione di aver assistito a “uno sketch comico troppo lungo” fanno il resto. Lo conferma Kyle Smith del New York Post: “Come molti film del Sundance, ha il sapore di un'idea buona per un corto che è sfuggita di mano solo perché degli attori rinomati hanno accettato la sfida”.