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"Survivor": appunti
In "Survivor" dopo l'approdo, segue un periodo d'ambientamento (la parte migliore del programma) di due giorni, nel quale i due team si conoscono ed imparano ad affrontare i problemi della sopravvivenza in condizioni limite.

14.03.2003 - Autore: Roberto Denaro
Dopo la pecora Dolly ecco Survivor! Il programma di Italia 1 si è rivelato una noiosa, inverosimile, copia del Grande Fratello, con lunica differenza che invece di una casa qui c\'è una capanna. Anche i trailer e le intersigle ricalcano lo stile di editing del programma cult di questanno. E dire che lattesa era tanta, fomentata dalla massiccia campagna pubblicitaria organizzata dai media negli ultimi giorni. Tutto combacia, dal meccanismo delle eliminazioni, reso ancor più crudo dal fatto che sono gli stessi concorrenti in gara a decidere chi se ne andrà dallisola, a quello della prova settimanale (mai visto nulla del genere, al confronto i dubbi sulla veridicità delle vicende di Taricone e soci svaniscono allistante). In più, rispetto al Grande Fratello tutto è rigorosamente in differita (linizio della sfida è datato 16 ottobre), il che elimina alla fonte quella che, invece, è stata una delle chiavi del successo del format trasmesso da Stream e da Mediaset, la diretta continua ed ossessiva che entrava quotidianamente nelle case degli italiani. Poi, a rendere oltremodo farsesca la vicenda, ci pensano la conduzione di Pietro Suber e la regia di Italia 1, tutta suoni sacrali, primi piani e simbolici fuochi, che a tutto ci riconducevano (alla serie di Indiana Jones, a Mac Gywer, ad una versione mistica del grande fratello) meno che ad un\'esperienza realmente vissuta da 16 individui di età e cultura differenti. Come si può, infatti, ascoltare un dialogo come quello tra il mite cuoco Francesco ed il rude agricoltore Franco, impegnati nella costruzione di una capanna, ( Franco tu sbagli, se le cose me le chiedi con dolcezza è meglio)senza mettersi a ridere?
Detto questo, per chi volesse comunque seguire le avventure del ristoratore Samuele, Luigi lo steward, Marco limpiegato e via tutti gli altri, spieghiamo come è strutturato il programma: le due squadre, composte da 8 elementi ciascuna e denominate Kuna e Tolote (dal nome di due tribù autoctone) sono abbandonate dalla nave a poche centinaia di metri dalle due isole, chiamate per lappunto isola di Kuna ed isola di Tolote, che costituiranno il campo di gara. Dopo lapprodo, segue un periodo dambientamento (la parte migliore del programma) di due giorni, nel quale i due team si conoscono ed imparano ad affrontare i problemi della sopravvivenza in condizioni limite. Tutto questo è solo la fase preparatoria al momento, chiamato sfida dellImmunità, in cui le due squadre si affrontano (questa settimana nella prova del fuoco, vinta dalla tribù dei Tolote), per decidere chi, perdendo il duello, dovrà recarsi al Gran Consiglio, una sorta di confessionale inserito in un contesto selvatico, per nominare il primo eliminato dalla competizione (vi ricorda qualcosa?). Segue alleliminazione del \"survivor\" (nelloccasione Giada, architetto di 47 anni) un dibattito in studio, condotto da Benedetta Corbi, che dire una pallida imitazione della trasmissione condotta da Daria Bignardi è dir poco (addirittura gli opinionisti sono Sergio e Marina!). Peccato, alla luce di questa prima puntata, una buona idea buttata al vento (e alle onde...).