NOTIZIE

Stefania Sandrelli: Io e le star francesi

L'attrice ha ricevuto il titolo di Cavaliere delle Arti e Lettere dall'ambasciatore francese, e ha ricordato i suoi colleghi d'Oltralpe

Stefania Sandrelli

06.07.2012 - Autore: Marco Triolo
Stefania Sandrelli ha ricevuto dall'Ambasciatore francese a Roma Alain Le Roy il titolo di Cavaliere nell'ordine delle Arti e Lettere durante una cerimonia a Palazzo Farnese, durante la quale ha rilasciato una serie di brevi dichiarazioni sui film in cui ha conosciuto alcune delle più importanti star francesi tra gli anni Sessanta e Novanta. E ha rivelato che il suo primo bacio cinematografico lo ha dato proprio a un francese, Samy Frey, in Gioventù di notte di Mario Sequi (1961).

La Sandrelli ha parlato del suo rapporto con Jean-Louis Trintignant, che, ricorda, “mi ha scritto la più bella lettera d'amore che abbia mai ricevuto” durante la lavorazione de Il conformista di Bernardo Bertolucci (1970). Una bella amicizia che è continuata sul set di Le maitre nager (1979), regia dello stesso Trintignant: “In quel periodo ero fidanzata con uno scultore, Mario Ceroli, che veniva a trovarmi sul set. Jean-Louis, quando il mio fidanzato partiva, mi chiedeva 'Ques-qui-fait? Il te sculte?'. E giù a risate”.

Ancora su un set di Bertolucci, quello di Novecento, ha incontrato Gerard Depardieu: “Dominique Sanda mi riempiva di the e tisane cucinate nella sua roulotte. Gerard Depardieu all'alto della sua bulimia mi ha ricoperta col suo tabarro e ha cercato di mangiarmi viva”. “Simone Signoret e Yves Montand: che attori, che coppia, che persone – continua a proposito di Police Python 358 (1975) di Alain Corneau – Yves Montand mi chiamava 'toscanella dolce e bella' e me lo diceva cantando”. L'attrice cita anche Jean-Claude Brialy, con cui ha lavorato a Io la conoscevo bene (1965) di Antonio Pietrangeli: “Eravamo molto complici, ridevamo a crepapelle. Abbiamo lavorato ancora insieme e proseguito la nostra amicizia continuando a ridere a crepapelle”. E poi Pier Clementi, conosciuto durante le riprese di Partner (1968) di Bertolucci: “Era il classico bel tenebroso: complesso e complicato, inarrivabile perché 'più oltre'”.

Infine, le donne: “Ho conosciuto Catherine Deneuve e ho scoperto la sua allegria, la sua simpatia e la sua ironia”, ricorda a proposito delle riprese di Speriamo che sia Femmina (1986) di Mario Monicelli. Mentre grazie a La famiglia (1987) di Ettore Scola ha incontrato Fanny Ardant: “Che donna! Tanto seducente e affascinante quanto adorabilmente scugnizza”.