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Star Wars

Il più cupo e tragico episodio di tutta la saga prende per mano Anakin e lo accompagna nella sua discesa agli Inferi. Tra fiumi di magma e colate di lava, l'epopea di Star Wars raggiunge il ventre molle del male: il lato oscuro della forza

Star Wars episodio 3

12.04.2007 - Autore: Claudio Moretti
Il più cupo e tragico episodio di tutta la saga prende per mano Anakin e lo accompagna nella sua discesa agli Inferi. Tra fiumi di magma e colate di lava, l’epopea di Star Wars raggiunge il ventre molle del male: il lato oscuro della forza. La sua genesi: la corruzione di un cavalierie Jedi. Palpatine scava l’inferno nelle viscere dell’eletto, Anakin Skywalker, tramutandolo nel diabolico Lord Fener.
Prosegue la rilettura tecnologica dei grandi miti classici. La lotta tra il bene e il male, i percorsi iniziatici per arrivare alla conoscenza e alla forza. Le trappole e le sirene tese dal lato oscuro della forza.

I separatisti hanno accerchiato il pianeta Coruscant mentre il cancelliere Palpatine viene rapito dal Generale Grievous. Obi Wan e Anakin lo salvano, ma Palpatine inizia un doppio gioco sognando l’Impero. La Repubblica è in pericolo. Ricatta pure Anakin: per salvare la vita ad Amidala, sua sposa segreta, dovrà diventare suo allievo. Succube di Palpatine Skywalker compie una strage al tempio Jedi. Rimangono in vita solo Obi Wan e il maestro Yoda che combatte di nuovo accanto all’abbondante peluria di Chewbacca (17 anni dopo sullo schermo).
Le brame dell’ambizione seducono Anakin indicandogli il lato oscuro della forza. Accetterà pure il compito di eliminare il suo maestro Obi Wan. Perderà un lungo duello vulcanico sul pianeta lavico Mustafar. Uscito completamente sfigurato e privo di arti, Palpatine lo salverà trasformandolo nella maschera nera e demoniaca di Lord Fener, con il suo indimenticabile respiro meccanico.
Yoda e Obi Wan Kenobi saranno gli unici maestri Jedi a sopravvivere, e andranno in ritirata, in attesa di tempi migliori, quelli dell’episodio IV. Nel frattempo addestreranno Luke, figlio prediletto della Forza.

Si completa la magniloquente saga di Lucas. Si riannodano i fili delle due trilogie nel racconto archetipale di un padre che viene redento dai suoi figli. Servono 2.300 effetti speciali, una slavina di scene d’azione e sequenze spettacolari. D’altronde, ormai, tutti conoscevano gli snodi narrativi della vicenda. Serviva altro a distrarre per un paio d’ore lo spettatore in attesa che tutti i tasselli andassero al loro posto. John Williams, al solito, punteggia il tutto tenendo in mano la bacchetta del direttore d’orchestra. Punti e contrappunti, lavorando ai fianchi l’orecchio emotivo dello spettatore.
Per la prima volta Lucas compare anche in un cameo. E’ uno degli spettatori del Teatro dell’Opera di Coruscant: in palandrana fucsia e bastone.

Harrison Ford, a proposito dei dialoghi scadenti di Lucas (in realtà sempre riscritti da altri) disse: “Tu puoi anche scrivere queste stronzate, ma io non posso dirle!” Ascoltando le battute della prima ora e mezza dell’Episodio III deve essersi ritenuto fortunato. Solo nell’ultima ora Lucas riesce a stabilire una connessione emotiva con l’episodio primigenio del 1977, attraverso la tormentata trasformazione di Anakin.
Dove sono le grandi penne dietro la prima trilogia (Lawrence Kasdan, Leigh Brackett – “Il grande sonno”)? Qui a lungo pare tutto un grande e spettacolare videogame.
Non è certo che Star Wars sarà il film che venderà più biglietti nell’estate. Di certo sarà quello che venderà più pop-corn.

Di fronte alla   disgregazione della Repubblica in Senato, Padmè Amidala dice: “Ecco come muore la verità: tra migliaia di applausi”.

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