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Star Trek: Picard

Come già successo in Tv, anche la saga cinematografica di "Star Trek" conosce una nuova stagione ed una nuova vitalità col passaggio di consegne dallo storico capitano James Kirk al nuovo Jean-Luc Picard.

Jean - Luc Picard

07.05.2009 - Autore: Adriano Ercolani
Come già successo in Tv, anche la saga cinematografica di "Star Trek" conosce una nuova stagione ed una nuova vitalità col passaggio di consegne dallo storico capitano James Kirk al nuovo Jean-Luc Picard. Ad interpretare quest'ultimo arriva Patrick Stewart, storico titano del palcoscenico inglese, che si cala perfettamente nei panni del pioniere dello spazio.



E non è quindi un caso se nel nuovo, non indimenticabile "Star Trek: Generazioni" (Star Trek: Generations, 1994), settimo episodio della serie diretto da David Carson, a svettare è l'interpretazione di Stewart, a cui si accompagnano un paio di interpreti di razza come Malcolm McDowell, indimenticato interprete di "Arancia meccanica" (A Clockwork Orange, 1971) di Stanley Kubrick, e la sempre efficace Whoopi Goldberg. Solo in patria, "Star Trek: Generazioni" arriva ad incassa poco più di 75 milioni di dollari, un risultato decisamente ragguardevole considerato che l'intera produzione del film non ha superato i 35 milioni di budget.



L'episodio più riuscito della nuova stagione di "Star Trek" è senza alcun dubbio l'ottavo, "Star Trek: Primo contatto" (Star Trek: First Contact, 1996). La pellicola, diretta da quel Jonathan Frakes che nella nuova serie interpreta il comandante William Riker, incassa in America 92 milioni di dollari - secondo incasso della saga dopo i quasi 110 del quarto episodio - ed ottiene il consenso della critica, grazie soprattutto ad una sceneggiatura ben orchestrata e ricca di spunti originali. In un gruppo di caratteristi affiatati del calibro di Alfre Woodard, James Cromwell, Alice Krige ed altri, a rimanere impresso è Brent Spiner, che da volto e smorfie assurde all'ufficiale Data, uno dei personaggi più divertenti ed amati della nuova stagione della saga.



Con il nono capitolo, "Star Trek: L'insurrezione" (Star Trek: Insurrections, 1998) inizia il lento ma inesorabile declino della nuova stagione. Sempre diretto da Frakes, il film stenta a superare i 70 milioni di dollari d'incasso, a fronte di un budget molto più consistente del solito, che sfiora i 60 milioni.
Al cast di soliti volti noti si aggiungono due caratteristi di lusso come F. Murray Abraham - premio Oscar per "Amadeus" (id., 1984) di Milos Forman - a Gregg Henry, ma il lungometraggio si rivela fragilissimo nella storia e non particolarmente spettacolare, nonostante la bella fotografia di Matthew F. Leonetti e le musiche del grande Jerry Goldsmith.



A decretare la fine della seconda parte della saga fantasy arriva nel 2002 "Star Trek: La nemesi" (Star Trek: Nemesis, 2002) di Stuart Baird, che arriva appena ai 40 milioni di dollari di incasso contro i 60 spesi per la produzione. Il film è oggettivamente scarso, un B-movie ideato senza forza e mancante di qualsiasi spinta narrativa. L'operazione naufraga senza possibilità di remissione, e Patrick Stewart si trasferisce con buona pace di tutti dentro un'altra saga fantasy di successo ben maggiore, quella iniziata con "X-Men" (id., 2001) di Bryan Singer, dove interpreta Xavier. Adesso al genio di J.J.Abrams il compito di rinverdire i fasti dell'Enterprise e di tutti i fantomatici personaggi che vi sono saliti a bordo. 

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