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Spiderman

Un grande blockbuster diretto da Sam Raimi con prodigiosi effetti speciali e un plot avvincente.

Spiderman

19.05.2009 - Autore: Adriano Ercolani
(Id., Usa, 2002) Di Sam Raimi; con Tobey Maguire, Willem Dafoe, Kirsten Dunst, James Franco, Cliff Robertson. ANALISI DI UN BLOCKBUSTER DAUTORE   Pur contenendo in sé la tanto discussa doppia anima che già abbiamo evidenziato nel titolo, il film diretto da Raimi è riuscito nellintento, quasi eroico, di far convivere in perfetto equilibrio queste due componenti tra loro difficilmente conciliabili, e cioè lessere prodotto commerciale per il grande pubblico ed insieme film girato e concepito secondo una precisa e personale estetica autoriale. In Spider Man possiamo infatti godere sia del ritmo, della struttura e dellimpostazione visiva del classico filmone destinato a sbancare i botteghini di mezzo mondo (come in effetti sta facendo), sia delle trovate registiche e poetiche proprie di quel maestro di cinema bizzarro e virtuoso che è Sam Raimi. Procediamo per ordine, e cerchiamo di spiegare perché secondo noi questo è uno dei lungometraggi meglio riusciti degli ultimi tempi. Prima di tutto, partiamo dal suo aspetto più esteriore ma non meno forte e cioè lessere un blockbuster: il film funziona, oltre che ovviamente per lineccepibile confezione ed i prodigiosi effetti speciali, soprattutto per essere stato dotato da David Koepp, uno degli sceneggiatori più versatili del cinema americano, di un plot capace sia di velocizzare e costruire gli eventi con efficacia che di colorare i numerosi personaggi di sfaccettature molto convincenti; se perciò da un parte sia gli eroi che i malvagi contengono in sé dei lati umani e tragici molto accentuati, la storia prosegue per tasselli che si incastrano tra loro a meraviglia, fino a portarci ad un finale che in fondo in fondo non ci aspettavamo. Prodotto concepito con estrema intelligenza ed attenzione, Spider Man ha perciò qualcosa in più rispetto al genere di super-produzioni a cui appartiene, soprattutto grazie alleleganza e alla forza della sua sceneggiatura, brillante congegno ad orologeria per quanto riguarda ritmo e rispetto delle regole del buon scrivere proprie del cinema di genere americano. Se a questo gli aggiungiamo poi la sua seconda natura , quella di essere in tutto e per tutto un film di un Sam Raimi al massimo delle sue capacità inventive e virtuosistiche, ecco che la pellicola diventa anche un film dautore: molte delle scelte stilistiche da sempre rintracciabili nei precedenti lavori del cineasta vengono in questo film riproposte in tutta la loro potenza visiva; inquadrature sghembe, ritmi sincopati, scene venate di una corriva comicità nonsense (vedi la sequenza dellincontro di wrestling), un gusto tutto particolare per un tipo di messa in scena a volte apparentemente grossolano, ma che rimanda invece direttamente, secondo un principio auto-referenziale a raimi tanto caro, proprio ai primi lavori a basso costo dellautore, come ad esempio il cult-movie La Casa (Evil Dead, 1984). Spider Man è perciò anche prezioso e coerente tassello da inserire nella filmografia del suo regista: basta ascoltare il breve e bellissimo monologo finale del protagonista.