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Silvano Agosti e l'antidogma
Silvano Agosti

05.04.2001 - Autore: Valentina Bisti
Silvano Agosti, autore indipendente e proprietario a Roma di un cinema dessai, lAzzurro Scipioni, è da sempre considerato un cineasta particolare. La sua visione del cinema è molto ampia e abbiamo voluto chiedergli la sua opinione su Dogma 95.
Che vuol dire e che importanza ha per un regista avere letichetta Dogma?
Il cinema oggi non ha bisogno di dogmi, ha semplicemente, come gli esseri umani, bisogno di libertà. Il cinema non può essere legato ai soldi, un regista, se è legato al capitale, deve essere considerato come una meretrice. Io propongo un anti-dogma: lautore del film deve tornare ad impossessarsi della creatività, cioè responsabilizzarsi a fare la fotografia, il montaggio, lorganizzazione. Lautore deve sostituirsi al regista, che è una povera figura che cerca solo i soldi. Io, ad esempio, faccio un film solo quando non ne posso fare a meno. Il decalogo del dogma credo che sia imbarazzante come è stato, dal punto di vista socio politico, lesperienza del nazismo. Non si danno regole al comportamento umano. Dare delle regole è come dare la ricetta su come si costruisce la creatività che sta alla base del lavoro autoriale ed io la trovo unintuizione disastrosamente nazista.
Allora consideri Lars Von Trier un nazista?
In un certo senso si. Ma lui ha deciso di imporre queste dieci regole per disperazione. Probabilmente aveva bisogno di emergere, di affermarsi. Invece di fare come ha fatto Zavattini che ha detto in modo poetico tutto quello che ha portato sullo schermo Von Trier, questultimo si è venduto meglio. Ha costruito un immagine esportabile.
Che ne pensi di Dancer in the dark?
Penso che sia un film estremamente sgrammaticato, assurdo e anche terribilmente studiato a tavolino. E pieno di insensatezze e contraddizioni. Per esempio il film cessa di esistere quando lei uccide luomo in quel modo, con quella ferocia da film americano che viene assolutamente contraddetta dalla parte in cui lei esprime tutta la sua angelcità. Non sta in piedi, non ha senso. E una ferocia appiccicata, non è raggiunta. In fondo lei è già inciampata nel destino e non si capisce questo accanimento. Io non credo che esista né la bontà né la cattiveria. Io credo che esista in ognuno di noi la possibilità, in ogni istante, di scegliere.
Nella riuscita finale del film quanto sono importanti regole quali costruire un film senza utilizzare la luce artificiale, o utilizzare la presa diretta?
Personalmente ho sempre girato le mie scene con la luce reale. Nelle scene notturne io giravo con il sole perché non esiste luce più bella di quella del sole. La luce solare, a differenza di quella delle lampade, non è di combustione. La luce della lampada proviene da una distruzione mentre quella del sole deriva da una serie di meccanismi atomici che producono energia. Per quanto riguarda la presa diretta io sono convinto che ogni immagine debba avere la sua voce. E la sua cultura. Per esempio, una persona che studia le modalità della propria voce, ha sicuramente una voce che esprime una cultura e quindi limmagine può aver bisogno che la voce sia in contrasto con lei. Spesso metto la battuta fuori sincrono: così come Piero Della Francesca mette nel battesimo di Cristo un riflesso completamente sbagliato nel manto di uno dei tre personaggi in fondo alla tela.
E probabile che Von Trier abbia voluto inventare queste regole per riportare il cinema alla purezza degli albori.
Come impeto originale cè sicuramente il rifiuto allimpero di Hollywood. Ma poi Hollywood è un mostro talmente grande che un regista com Von Trier se lo mangia, con un po di ketchup.
Un consiglio a chi si rifà alle regole di Dogma.
Si possono ascoltare i consigli di tutti ma, alla fine, il parere finale deve nascere dalla propria soggettività.. Io ho fatto un film che si chiama Prima del silenzio che è interamente girato con la macchina da presa a spalla. Ma non si vede assolutamente, sembra che la macchina sia appoggiata a un cavalletto. Dà un fascino misterioso. Muovere la macchina come fa Von Trier vuol dire o avere una particolare sensibilità per i malati di parkinson oppure è semplicemente un non-senso.
Quale potrebbe essere un modo per rinnovare il cinema?
Come dice lunico professore simpatico che abbiamo avuto e che si chiama Shakespeare: Le cose giunte al peggio o cessano di esistere o tornano ad essere ciò che erano allorigine. E quindi il cinema va ridato, come alle sue origini, nelle mani dellautore. Come Melies o Griffith che erano grandi autori.