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Sherlock: Smart is the new sexy

Debutta al RomaFictionFest la seconda stagione del serial inglese dedicato al segugio di Conan Doyle. Dal 6 ottobre in onda ogni sabato anche su Joi.

Sherlock 2

01.10.2012 - Autore: Marco Triolo
Quando Joel Silver ha rilanciato sul grande schermo Sherlock Holmes, di certo non si aspettava che la sua roboante rilettura interpretata da Robert Downey Jr. venisse eclissata in breve tempo da una serie televisiva interpretata da due semi-sconosciuti di belle speranze.

Invece è accaduto, e ringraziamo il Cielo per questo. Perché Sherlock, la serie BBC creata da Steven Moffat (Doctor Who) e Mark Gatiss è qualcosa di raro, un prodotto televisivo di livello cinematografico - composto, finora, da due stagioni a loro volta suddivise in tre film da novanta minuti l'uno - che aggiorna un ben noto personaggio della letteratura senza snaturarlo minimamente. Lo Sherlock di Benedict Cumberbatch (perfetto nel ruolo del genio borderline) e il John Watson di Martin Freeman (Bilbo Baggins il Lo Hobbit di Peter Jackson) si muovono infatti in una Londra contemporanea, tra SMS, e-mail e moderni metodi investigativi degni di CSI. Eppure le strade oscure della capitale inglese sono più vittoriane che mai e il rapporto tra l'investigatore e il suo aiutante è descritto in maniera impeccabile.

Sherlock 2

Al centro, c'è il bromance, quel rapporto d'amicizia talmente stretto da sfociare quasi nell'amore - e Moffat e Gatiss sono molto abili nel riciclare il classico meccanismo del “lo faranno o non lo faranno”, giocato però su un livello moderno che strizza l'occhio alla presunta omosessualità del protagonista e, forse, di Watson.

Il primo episodio della seconda stagione, presentato al RomaFictionFest e in onda su Joi il 6 ottobre alle 21:15, si intitola A Scandal in Belgravia e adatta liberamente il racconto Uno scandalo in Boemia, introducendo il personaggio di Irene Adler (Lara Pulver). Qui vista come una dominatrix che, dopo essere entrata in possesso di alcune foto compromettenti con un membro della famiglia reale britannica, decide di usarle per un complicato schema che sfocia nello spionaggio.

Sherlock 2 Irene Adler

Non vogliamo svelare altri dettagli per non rovinare i vari colpi di scena. Ci limitiamo a dire che tornano in scena tutti i personaggi della prima stagione e che lo humor fa la parte del leone stavolta, con gli scambi tra Holmes e Watson che raggiungono vette esilaranti in più di un punto. La scrittura è eccellente, sia nei dialoghi sia negli sviluppi di una trama tanto complessa da fare invidia al migliore cinema di spionaggio. Il rapporto tra i due protagonisti evolve in direzioni per nulla scontate: non c'è più quel continuo scambio tra “l'insensibile” Sherlock e il sanguigno John, e anzi Cumberbatch riesce a infondere una certa tridimensionalità nel personaggio.

Non mancano scene d'azione che ricordano certamente lo stile di regia di Guy Ritchie nei film con Downey, ma è un passaggio praticamente obbligato e un vezzo accettabile, perché nel resto dell'episodio l'azione lascia spazio alla battaglia di ingegno tra Sherlock e i suoi antagonisti. Dopo tutto ha ragione Irene Adler: “smart is the new sexy”.