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Sean Penn e Jasmine Trinca versione action

Il regista e attore statunitense non accetta di chiamarlo 'film d'azione', ma l'apparizione della sua prima immagine di scena rende difficile credergli...

Sean Penn in The Gunman<br>

16.07.2013 - Autore: Mattia Pasquini
Cambiare fa bene, anche ai più grandi. Deve averlo pensato anche Sean Penn che, dopo l'Oscar per Milk e la regia di Into the Wild, nell'ultimo lustro ha inanellato film di ogni tipo (Fair Game, The Tree of Life di Terrence Malick, il 'nostro' This Must Be the Place e Gangster Squad) con alterne fortune.
Di quasi ogni tipo, visto che nella pur ricca carriera dell'attore regista e produttore di Santa Monica mancava un action come si deve, e come sembrano essere tornati di moda negli ultimi tempi, anche per i celebrati ritorni in scena di vere e proprie icone del genere.

La notizia non è, però, tanto che Penn sarà il protagonista di 'The Gunman', nel quale avrà un ruolo non secondario anche la nostra - sempre più sulla cresta dell'onda - Jasmine Trinca... bensì l'apparizione di una immagine nella quale possiamo godere della versione 'hero' del due volte Premio Oscar e di alcune sue dichiarazioni, mai banali e spesso non aderenti alla linea ufficiale della produzione stessa...

Già sul 'genere' del film, sembrano esserci posizioni discordanti. Altro che 'action', "chiamarlo film d'azione sarebbe come chiamare Meryl Streep una pupattola bionda", dichiara il 52enne (qui anche co-produttore, insieme a Joel Silver e Andrew Rona) a USA Today, "non descriverebbe affatto chi è lei e la sua storia".
Ma la storia di The Gunman è quella di Jim Terrier, ex soldato delle forze speciali ora impegnato in una pacifica operazione in Congo di una organizzazione non governativa. Almeno finché non interviene il suo violento passato a riportarlo a quello che era una volta.

Sono stati comunque necessari "dieta ed allenamento", ammette Penn, che ha dovuto partecipare a un campo di addestramento in Arizona che gli permettesse un maggior controllo nelle scene di combattimento ravvicinato e in molti stunt. "Se un personaggio fa portafogli di pelle, la cosa migliore è passare del tempo con chi fa portafogli di pelle", ha tenuto a chiarire lui stesso, "è qualcosa che dà all'attore una confidenza particolare sulla storia del proprio personaggio".

Questione di testa, e di punti di vista più che fisicità, quindi, visto che - come continua - "è una storia molto umana che tratta delle stesse cose sfruttate nei film di azione, come la guerra. Nella mia mente, questo non è distinto da tutto ciò che ho fatto prima". "Trovo le discussioni 'anatomiche' molto più interessanti quando relativa alle forme femminili" ha concluso.

"Sean si è impegnato molto per raggiungere la forma fisica e mentale adatta ad interpretare questo ruolo" - ha poi chiosato Silver - "ma quando si impegna in qualcosa, lo fa davvero". Come per il suo impegno umanitario, che continua dopo gli aiuti ad Haiti per il terremoto del 2010 anche con un film come questo, comunque vicino a temi caldi nelle zone più bisognose di supporto.
In questo senso va visto anche il coinvolgimento degli altri attori del cast - Javier Bardem, Idris Elba, Ray Winstone - reclutati personalmente per le riprese, attualmente in corso in Europa agli ordini di quel Pierre Morel che aveva già trasformato Liam Neeson in un 'action hero' per il Taken del 2008.

"Mentirei se dicessi di non desiderare di far diventare anche questo un franchise", ha ammesso Silver, "ma prima dobbiamo fare questo, e dobbiamo farlo alla grande".
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