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Se l'Oscar volta le spalle alle tv

L'Academy non guarda la tv e lo dimostra con il video "In Memoriam"...

Oscar 2010: l'Academy non guarda la tv

11.03.2010 - Autore: Ludovica Sanfelice
La cerimonia degli Oscar è una bella tradizione. L’emozione dei protagonisti, le lacrime e le grida di gioia, gli abiti sontuosi, l’attesa, il red carpet, le scommesse, lo show che celebra lo show, gli esclusi, gli inclusi, gli after parties e via dicendo. E tra le cose belle non bisogna dimenticare l’aspetto liturgico della serata: the Oscar goes, the winner is… e il momento “In memoriam”, commovente tributo a chi non c’è più e che al cinema ha dato tanto. Già perché il cinema è un atto collettivo, è il risultato dello sforzo comune di produttori, registi, sceneggiatori, direttori della fotografia, truccatori, parrucchieri, maestranze varie, montatori, fonici, persino critici e, naturalmente, attori. Il video proietta su un grande schermo i volti di chi, nel corso dell’ultimo anno, ha perso la vita. Il commento di una musica struggente accompagna la visione.

Si tratta di uno dei momenti più attesi della lunga notte degli Oscar, che però, a giudicare da quanto è successo quest’anno non è abbastanza lunga. Il tempo è tiranno, si sa, and the show must go on. Ecco quindi emergere la terribile verità, implacabile, macabra e fredda. L’elenco di defunti, che riposino in pace, è infatti sempre troppo lungo per essere letto fino in fondo, ma all’Academy per fortuna conoscono un trucchetto, un segretuccio che quest’anno è venuto a galla con tutta la sua bruttezza. Si chiama selezione… e non si può proprio dire che sia naturale. Ma poverini che ci possono fare loro se gli spazi pubblicitari incombono. Fanno quello che possono disponendo di cinque minuti. Si scopre così che l’elenco di cento (il numero è simbolico) si riduce a trenta. Non c’è bisogno di accanirsi, il compito è già abbastanza ingrato. E va bene. Ma come si fa a decidere che la vita e la morte di qualcuno valgono più o meno della vita e della morte di qualcun altro? E questo più che un segreto, è davvero un mistero.

Il video “In Memoriam” di quest’anno ha però scatenato un certo sconcerto per l’assenza davvero troppo evidente di Farrah Fawcett e Bea Arthur, rispettivamente scomparse all’età di 62 e 86 anni dopo un’esistenza dedicata al mestiere dell’attore. Bea Arthur doveva la sua popolarità a Dorothy nella serie “Cuori senza età”. Farrah Fawcett si è invece imposta come icona sexy della tv negli anni ’80 con il ruolo di Jill Munroe nella serie “Charlie’s Angels” (e questo sia detto tra parentesi, è stata membro dell’Academy per circa quarant’anni).

A chi ha avuto il coraggio di sollevare la voce e chiedere conto della “dimenticanza”, Mr. Bruce Davis, in qualità di direttore esecutivo dell’Academy, ha risposto che le loro erano carriere televisive più che cinematografiche e la morìa di sceneggiatori che hanno effettivamente contribuito di più alla storia del cinema aveva l’assoluta precedenza. Silenzio. Anzi no, ancora una cosa: “che ci pensino gli Emmy a ricordare le star della tv”. Precisazione antipatica che avrebbe anche potuto reggere, traballando un pochino, se nel video non fosse invece stato incluso Michael Jackson, il cui contributo alla storia del cinema mondiale è trascurabile tanto quanto. Sulla musica non si discute. Ma stiamo cadendo nella trappola…

La colpa, lo abbiamo detto, è del poco tempo a disposizione, e siccome le regole le impone la tv forse è per questo che ne pagherà le conseguenze.