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Saw III

Questo splatter-horror di serie B conferma una formula che commercialmente funziona: costato 10 milioni di dollari il film ha incassato ben 150 milioni di dollari

Saw 3

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
      Giunto al terzo episodio della saga, questo splatter-horror di serie B conferma una formula che commercialmente funziona, il che vuol dire purtroppo futuri episodi a seguire. Con soltanto 10 milioni di dollari di budget di produzione infatti “Saw III” ha incassato nel mondo, ad oggi,  ben 150 milioni di dollari, di cui 80 nel solo mercato americano. Se gli appassionati del genere continueranno a premiare al botteghino una simile nefandezza cinematografica, c’è da aspettarsi un futuro di questo genere assai poco redditizio a livello artistico. Il film di Bousman, già regista della seconda puntata, ripropone con stanchezza assoluta quanto di già visto nei precedenti lungometraggi, che non brillavano neppure loro per originalità ed inventiva, tutt’altro. Regia e fotografia si affidano al facile effetti visivo per irretire lo spettatore attraverso una sequenza di virtuosismi estetici assolutamente banali, quando non fini a se stessi. Tutta questa ripetitiva idea di messa in scena si poggia poi su una struttura narrativa ad incastro che praticamente non serve a nulla, se non ad inserire nel film scene sempre più gratuitamente violente e grondanti sangue (stavolta condito con frattaglie più numerose del solito…). Cos’altro aggiungere su “Saw III”? C’è davvero poco altro da dire: speriamo che l’operazione venga presa in mano da qualcuno che non punta soltanto all’incasso facile, ma  anche a migliorare un prodotto che in teoria potrebbe possedere delle qualità per diventare un buon thriller horror.

Chiudiamo con una considerazione riguardante proprio questo tipo di pellicole, come ad esempio “Saw” (id., 2004) o “Hostel” (id., 2005), che sembrano affondare nell’effetto roboante e violento la loro prima ragion d’essere. Siamo veramente sicuri che continuare a spendere crediti a forza di sangue e nient’altro continuerà a farci amare questo genere? Perché ogni pellicola, forse soprattutto opere come questa, hanno bisogno di essere costruite con qualcosa che vada oltre la visione, che si basi fondamentalmente sul terrore di ciò che non vediamo. A forza di continuare ad avere tutto di fronte agli occhi non è possibile che smetteremo di spaventarci? Dopo la proiezione di “Saw III” ciò sembra pressoché sicuro…
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