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Saverio Costanzo: il mio In Treatment

Il regista racconta la serie Sky, molto apprezzata dai creatori della versione originaria israeliana, grazie anche a un grande Sergio Castellitto

In Treatment - Sergio Castellitto

04.04.2013 - Autore: Mattia Pasquini
Nato in Israele dalla penna di Hagai Levi, il format di In Treatment è stato poi esportato in America, dove la HBO ne ha prodotto una serie interpretata da Gabriel Byrne. Ora giunge anche in Italia grazie a Sky, che ha affidato la regia a Saverio Costanzo. Abbiamo avuto occasione di parlare con lui della lavorazione della serie, interpretata da Sergio Castellitto e in onda su Sky Cinema 1.

In Treatment Saverio Costanzo intervista - Il cast di In Treatment

Una serie israeliana con una riedizione USA, ora la sfida era di renderla italiana?
Intanto la sfida era quella di rispettare il format originario. Mi è stato spiegato quando mi è stata fatta leggere la sceneggiatura che era un format e tale doveva rimanere. Era chiaro, esiste, bello, perché cambiarlo? Io sono entrato dopo gli sceneggiatori, per cui non ho lavorato all’adattamento e ho trovato delle sceneggiature perfette, curate, che non smettevi mai di leggere. E poi ho trovato Sergio Castellitto. Serviva un grande attore per questo progetto, che fosse anche un'autorità. Lui è In Treatment, e In Treatment è il corpo stesso di Giovanni Mari, diviso tra il suo lato maschile che è Guido Caprino, la sua sessualità, Kasia Smutniak, il suo rapporto di coppia e la sua paternità, che è Irene Casagrande.

Un cast importante, che è stato facile orchestrare?
Soprattutto, anche con un cast di livello così alto, ci siamo anche molto divertiti, sia in prova sia mentre giravamo. Perché abbiamo lavorato con attori disposti davvero a mettersi in gioco e a superare il confine di una preparazione accademica. È tutta gente che sa usare la voce, la gestualità, e che ha consapevolezza di chi è quando è in scena. Sono persone coraggiose, che non scopriamo con In Treatment.

Anche la giovanissima Irene?
Irene l’abbiamo trovata attraverso dei provini, ma durante In Treatment è diventata un'attrice.
Ci ha colpito inizialmente per la sua preparazione eccezionale; poi, nelle prove, ci ha aiutato molto anche Alba Rohrwacher che, in un altro tempo magari, avrebbe potuto interpretare lei stessa questo personaggio...



Le riprese vi hanno aiutato? Avete girato in sequenza?
In realtà abbiamo girato unendo due storie ogni volta. Abbiamo iniziato con la vicenda del carabiniere di Guido Caprino e con la storia della coppia per dare a tutti e tre la possibilità di solidificare la propria memoria. Anche perché solo Sergio aveva diritto al gobbo, loro no. Questo ce lo siamo detto da subito, perché Sergio nella condizione di psicoterapeuta fa domande e tira fuori le cose, ma il grande monologo ce l’avevano gli attori. Per aiutarli allora abbiamo unito i sette episodi alternando Barbora Bobulova con Guido. Lo stesso abbiamo fatto con Kasia e Irene nella seconda parte, e poi ci siamo concentrati su Licia Maglietta quando siamo poi arrivati a lei…

E di tante storie, non ne hai preferita una in particolare?
Per quanto possa sembrare incredibile non mi sono affezionato a nessuna in particolare. Quando sono arrivato alla storia di Licia piuttosto mi sono riappassionato, dopo esser stato un po’ provato dalle singole storie precedenti. Ma in generale ho trovato particolare la condivisione che c’è nella serie: il fatto di passare attraverso lo studio di Mari crea un legame tra i personaggi. E’ davvero un corpo unico.Per me non sono state cinque, ma una stessa unica esperienza. E non ho avuto preferenze, mi sono identificato con uno o con un altro, di volta in volta, ma solo da spettatore.

In Treatment è trasmesso da Sky Cinema 1. La serie sarà composta da trentacinque episodi in onda dal lunedì al venerdì alle 20:30.