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Sanremo "Fresh & clean"

La manifestazione canora gira la boa dei cinquant'anni e diventa adulta

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27.02.2001 - Autore: Filippo Golia
Sanremo Supersoap. No, no Sanremo più-bianco-non-si-può. Ma no era Sanremo 2001 (mio Dio, che odissea) era Fresh and Clean, pulito, limpido, degno dellorsacchiotto Coccolino, altra memoria storica dei detergenti di marca italiana. La manifestazione canora (canora è lanagramma di ancora, garantisce eternità) più seguita dagli italiani gira la boa dei cinquantanni e diventa improvvisamente matura, adulta, consapevole di sé, evocativa, adeguata alla realtà che vuole raccontare. Come e più della cerimonia degli Oscar americani, Sanremo è diventata lunica passerella autorizzata e autentica delle mitologie dello spettacolo italiano. Ununica puntata, quella iniziale, è capace di evocare decenni di televisione. Nel corso di tre ore scorre musica consacrata, da Quanto è bello far lamora da Triestingiù a Tuca, Tuca. Momentaneamente assenti: La casina in Canadà e il Ballo del quà quà. Mike Bongiorno entra in scena come un vero Kirk Douglas italiano, accompagnato, vezzeggiato, venerato, incapace di seguire il ritmo di un finto rap inventato per omaggiarlo. Se la Carrà lo lasciasse forse si perderebbe sul palco. Non succede. E lui, accompagnato, fa anche più tenerezza. Anche Chiambretti è a Sanremo per una celebrazione: la propria. Ricorda se stesso quando era a Sanremo. Non poteva mancare. Anche lui porta in dote un pezzettino della storia della televisione. Con il suo balcone gremito di napoletani è a metà tra il Condominio di Piazza Italia e le mitiche creature-invenzioni di Renzo Arbore in Indietro tutta. Le figure del passato si affacciano per un momento come lodevoli fantasmi: sul balcone cè lex-patron di Sanremo Adriano Aragozzini Dietro il balcone si nasconde la famigerata giuria di qualità, unidea platonica che sopravvive solo grazie al festival. Unedizione così non poteva presentarla che Raffaelle Carrà. Ci saremmo sentiti offesi altrimenti. Lei dà il ritmo giusto alla serata: dopo unora e mezza ha già detto tre-quattro volte clean (pulito) e ha spiegato che la canzone dei Sottotono è stata ripulita dalle parolacce. Tutti capiscono che si sta parlando, senza nominarlo, del terribile rapper americano che arriva martedi sera, Eminem: il male liofilizzato. Anche questo fa parte di un rito collettivo. Il tutto tra uno spot pubblicitario e laltro: la nota compagnia telefonica che ha portato in dote la bellona australiana, una diffusa marca di automobili e il direttore di Rai uno, Maurizio Beretta, nominato tre volte nella prima mezzora. La nostra piccola cerimonia degli oscar è un meccanismo sempre più perfetto, giusto, calibrato: un Sanremo fatto su misura per un paese dove ci sono sempre meno giovani. Un paese maturo, che da ieri ha superato ufficialmente i cinquantanni.  
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