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Sandra Bullock, ribelle e anticonformista

Sandra Bullock, la ribelle

Bullock

14.04.2003 - Autore: Beatrice Rutiloni
Giunta a Roma per promuovere il suo ultimo film Miss Detective, di cui è protagonista e produttrice, la Bullock si è presentata alla stampa di ottimo umore, vestita sobriamente di una camicetta di chiffon e pantaloni neri, rispondendo alle domande più cattive sulla svolta della sua carriera da Speed in poi. Ne è emerso un personaggio che forse, in Europa, conosciamo solo in parte, anche se lattrice ha passato gran parte della sua infanzia al seguito della madre, cantante dopera, soprattutto in Germania. Eppure tanti titoli minori che avrebbero fatto conoscere uninterprete più versatile, scollegata dai ruoli di azione che lhanno resa famosa qui in Italia, da noi non sono proprio arrivati. Cosa che a lei pesa molto, stando a quanto afferma: film come 28 giorni, non è stato per lei, come molti pensano una vacanza dal proprio mestiere ma un progetto drammatico in cui ho creduto molto, sapevo che non sarebbe stato un blockbuster e sicuramente questa scelta mi è costata parecchio in termini di popolarità. Ora non sono più tanto un incasso sicuro, ma non mi interessa. Amo fare scelte estreme, dicotomiche, credo di potermelo permettere. E stato anche per questo che dopo 28 giorni ho deciso di produrre Miss detective, il cui vero intento è quello di impadronirmi di ruoli che sono ancora appannaggio maschile e, dovendo scegliere tra le due personalità della protagonista, mi sento più simile a quella dellagente. Non credo che i tacchi a spillo li abbia inventati una donna!. Sandra Bullock impone la sua immagine di ribelle, insofferente alle implicazioni dei ruoli, alle tipizzazioni dei mass media. Non appena assaggiato il successo di Speed e The Net, non appena verificato il fatto che sulla scrivania continuavano a materializzarsi copioni analoghi, ha deciso di fuggire da Hollywood, dove non risiede, per lappunto, da cinque anni e cercarsi strade più autonome: Non amo la competizione, lo sono solo con me stessa. E strano, ma a volte un successo così grande allinizio della carriera di un attore può essere più un danno che un vantaggio. Certo, i soldi sono importanti, ma le cose devono cambiare, il mio augurio è che in futuro film come 28 giorni possano diventare dei campioni dincasso. Credo che le cose negli USA stiano cambiando in questa direzione, siamo sempre più influenzati dal gusto europeo, dalla mentalità più piccola, da storie che tocchino tematiche più intime. Io stessa ho in programma un film da girare in Germania con materiale europeo, è un progetto a cui tengo molto.  
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