Un nuovo irriverente personaggio è pronto ad invadere gli schermi con una carica di humor nerissimo: il Generale Aladeen (Sacha Baron Cohen), dittatore eccentrico dello stato nordafricano immaginario di Wadiya, ultima fatica del comico inglese che ha dato vita ad una galleria di personaggi assolutamente sopra le righe. Il dittatore, diretto da Larry Charles, è una commedia esilarante che comincia con un rocambolesco viaggio del Generale da Wadiya a New York per parlare in presenza delle Nazioni Unite del rischio nucleare e ostacolare i piani dello zio Tamir (Ben Kingsley) per sostituirlo e riportare la pace a Wadiya. Nella Grande Mela, si confonderà con la gente, incontrerà l'attivista Zoey (Anna Faris) e cambierà prospettive. O forse no?
Ancora una volta Sacha Baron Cohen dopo aver creato icone indimenticabili come Ali G, Borat e Bruno, si cala nei panni di un despota che rischia la propria vita per assicurarsi che la democrazia non arrivi mai nel proprio paese. Il regista descrive così i vari temi presenti nel film: “C'è il livello politico, che parla dei tempi moderni, della politica reale del mondo, da un punto di vista estremamente unico. Lo usiamo per mettere in discussione le ipotesi di base della nostra società. Che cos'è la democrazia? Che cos'è un paese? C'è un'America?”.
Per costruire la figura del dittatore Baron Cohen e lo scenografo Victor Kempster hanno esaminato vari aspetti della vita di un despota, anche attraverso il libro Dictator Style di Peter York. Ma l'ultima parola anche sul look degli “altri leader”, spetta sempre a Baron Cohen nelle vesti di Aladeen: “ Il modo in cui si veste Ahmadinejad è estremamente imbarazzante per i dittatori. Sembra una spia di Miami Vice. Voglio dire, perché non indossa mai una cravatta?”. La democrazia trionferà, il dittatore sarà sconfitto? Una cosa è certa: nel mondo fantastico del comico inglese, nulla è scontato.


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Sacha Baron Cohen contro la democrazia
Il comico inglese torna al cinema nella satira Il dittatore

14.06.2012 - Autore: Marco Triolo