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Ruggeri: "Sanremo è l'Italia"
Sanremo è cambiato col paese. Sanremo è lo specchio di questo paese. Con grandi punte di cialtroneria. Con momenti di qualità. In sostanza, quindi, è la musica italiana.

28.02.2003 - Autore: Matteo Nucci
Tu sei un veterano di Sanremo. Mi pare sia lottava volta. Hai vinto due volte, poi un premio della critica.
Diversi premi della critica - tre volte, per la precisione. Però sono stato parecchie volte anche dietro le quinte. Ho una frequentazione abbastanza intensa.
Aspiri ancora alla vittoria?
Nooo. Questo, Nessuno tocchi Caino, se si trattasse di un festival del cinema, sarebbe un pezzo fuori concorso. Detto senza spocchia o prosopopea nei confronti degli altri. Nel senso che tutti insieme canteremo le canzoni che rallegreranno la nostra primavera e la nostra estate. Ma è unaltra cosa.
E di Sanremo che dici? Come è cambiato?
È cambiato col paese. Sanremo è lo specchio di questo paese. Con grandi punte di cialtroneria. Con momenti di qualità. In sostanza, quindi, è la musica italiana.
Limmagine più bella nei tuoi ricordi sanremesi?
Ce ne sono tante. Quando sei lì, aldilà dei festeggiamenti (perché è chiaro che il ricordo più intenso è quando mi è capitato di vincerlo visto che quando fai una gara e vinci ti diverti di più), devo dire che fondamentalmente il bello di Sanremo è quello che succede dopo. Cioè, tu in una settimana lì fai quello che normalmente faresti in sei mesi, dal punto di vista della promozione. E quindi puoi permetterti appena finisce il festival di andare in tournée, fare le tue cose. In poche parole, Sanremo è una promozione concentrata con delle regole che conosci già da prima.
E quella più brutta?
Ci sono dei momenti in cui ti rendi conto che non stanno parlando della tua canzone, ma del vestito che ti sei messo o del seno della presentatrice, allora magari dici caspita sono qua a fare altre cose. Però anche questo è un aspetto che va previsto.
Parliamo della tua carriera. Lunga. Molti dischi. Questo momento come lo descriveresti?
Di grande vivacità operativa e creativa. Il fatto di avere abbandonato le multinazionali e quindi di avere una mia etichetta, di essermi messo in proprio, questo è sicuramente una gioia. Come uno che fa il direttore commerciale di unazienda per molti anni, poi a un certo punto apre lazienda sua. Gli stimoli sono enormi. La responsabilità, la fatica. Perché poi ti confronti con aspetti che prima ignoravi. Relatà economiche. Hai da spendere i tuoi soldi. E cerchi di spenderli il meglio possibile nella maniera più proficua fino a che ce nè. Chiaramente la giornata si allunga, oltre alle cose che fai come artista, ne fai anche molte altre.