Classe 1962, nato a Luton e cresciuto a pane e musica da
film, praticamente autodidatta, David Arnold ha condiviso con il compagno di
studi Danny Cannon gli inizi di carriera. La sua colonna sonora per il primo
lungometraggio del futuro regista di Judge Dredd e Goal!, The Young Americans
(1993), arriva all’attenzione del produttore Dean Devlin, che subito lo
consiglia all’allora sconosciuto (in
America) Roland Emmerich, impegnato nella lavorazione di Stargate. Il frutto di
questa prima collaborazione trai due artisti (che in seguito proseguirà per i
mastodontici Indipendence Day e Godzilla) è una partitura di indubbia levatura,
attraversata già da tutti i connotati arnoldiani: estro melodica, grande
ricorso all’epos williamsiano, ottima prestanza ritmica. Proprio quest’ultima
caratteristica – unita alla successiva maturazione di un’equilibrata
giustapposizione dell’elemento elettronico contemporaneo – giustificano la
validità del contributo del musicista a 007. E ancora in queste due cifre
stilistiche deve essere rintracciata, in buona parte, la causa della sua
permanenza nella serie, mentre tutt’intorno la sua carriera – dopo i fasti
iniziali, le grandi produzioni e le critiche qualche volta osannanti – si
asciugava a progetti borderline, tra commedie e produzioni low-budget, agli
antipodi del respiro fantascientifico che lo aveva sdoganato nella Hollywood
dei grandi incassi.
Due regole cinematografiche non scritte assolverebbero
comunque Arnold alla resa dei conti e ne giustificherebbero la confermata
militanza nella filiera bondiana: una colonna sonora mediocre non rovina
necessariamente un bel film e “squadra che vince non si cambia”. Sarebbe però
ingiusto, alla luce del pregresso apporto fornito dal compositore alla saga,
non aggiungere che un brutto voto non cancella una pagella più che sufficiente.
Bisognerà sperare che questo nuovo approccio, in cui non si stenta a leggere
una volontà di rivedere gli stilemi consolidati in linea con un azzeramento di sceneggiatura (in fin dei
conti Casino Royale è un prequel), esca dall’incubazione in occasione del prossimo
appuntamento seriale. E per rimanere al luogo comune: la speranza è l’ultima a
morire.


NOTIZIE
Routine bondiana
David Arnold affronta il rinnovato 007 di Casino Royale con evidente stanchezza

12.04.2007 - Autore: Giuliano Tomassacci