NOTIZIE

ROMEO DEVE MORIRE

ROMEO DEVE MORIRE

Romeo deve morire, dvd

13.07.2001 - Autore: Fabrizio Marchetti
Montaggi frenetici, suggestivi ralenti, funamboliche sequenze di combattimento corpo a corpo, presa diretta, tecnologia davanguardia al servizio del più rigido abbattimento delle leggi fisico-gravitazionali. Insomma, il clou del cinema di Honk Kong. Dalle antesignane gesta della cinematografia di Bruce Lee alle più recenti performance di Jackie Chan si è andata così a delineare una precisa tendenza dellaction movie, peraltro riconducibile al geniale estro filmico di un cineasta come John Woo. E se proprio il talento registico di Woo ha contribuito in modo fondamentale a far riaffiorare negli spettatori il gusto per la filmografia orientale, è il fascino interpretativo di Jet Li, campione mondiale di wushu nonché stella attuale del kung fu movie, che esterna senza più veli la febbre epidemica di origine honkkonghese, denunciata dalle più eminenti major statunitensi. E lo stesso profilo di Li Lian Jie (questo il suo vero nome) che ne determina la bravura recitativa: dalla sua espressiva gestualità (angelica nei momenti statici della narrazione, quasi diabolica nelle adrenaliniche scene di lotta) si evince un dualismo interiore, quello tra bene e male, che è caratteristica emblematica del genere cinematografico rappresentato. Nel personaggio di Han, Li riversa furore agonistico, determinazione, potente dinamismo corporeo ma soprattutto quel senso di lealtà e quellequilibrio interiore tra mente, spirito e corpo che descrivono peculiarmente larchetipo delleroe orientale. Ne guadagna, neanche a dirlo, lintera pellicola: Romeo deve morire, opera prima del noto direttore della fotografia Bartkowiak, trae la sua forza proprio dallintento di riversare in pellicola luniverso etico-valoriale della cultura asiatica avvallando meccanismi di fruizione in grado di stimolare violentemente ed in modi diversi il sentire dello spettattore. Semplice operazione commerciale o reale apoteosi del pathos ejzensteinjano ? La sensazione è che a prevalere sia la seconda ipotesi, soprattutto se analizziamo il film a partire dallintenzionale ricerca catartica della giustizia, pace, purezza ottenuta attraverso il sangue, latrocità, la ferocia dei protagonisti dellintera vicenda. Non cè (ed è questo il più forte rimprovero che rivolgiamo allautore) quell approfondita indagine psicoanalitica dei personaggi così cara, invece, alla cinematografia di Kitano, ma tanto lambientazione pittoresca ed underground che fa da cornice alla narrazione, quanto la forte attenzione mostrata per il genere musicale hip-hop (oltre ai brani di Aalyiah, troviamo quelli di DMX, R&B, Timbaland,Magoo, etc.) contribuiscono ad alimentare un più totale coinvolgimento emotivo al film. Evanescente ma niente più che circostanziale il riferimento al dramma shakespeariano. Dal produttore di Matrix, Joel Silver.    
FILM E PERSONE