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Roma piange Sergio Citti

A trent'anni dalla morte di Pasolini, scompare oggi il regista Sergio Citti: voce anarchica e sensibile di tanti capolavori del cinema italiano

sergio citti

12.04.2007 - Autore: Eva Gaudenzi
Sergio Citti è scomparso oggi all’alba. Aveva 72 anni. A poche ore dalla sua morte, Carlo Verdone così parla dell’amico regista: ‘con lui scompare l'aspetto poetico e intellettuale di un proletariato che non esiste più. Direi che, assieme al fratello Franco, è stato il Virgilio di Pasolini’.

Citti nasce a Fiumicino nel 1933. Il suo incontro col cinema risale al 1959, quando Pier Paolo Pasolini, lo indica a Mauro Bolognini per collaborare a “La notte brava” e, successivamente, a Franco Rossi per “Morte di un amico” (1960). Nasce così un sodalizio artistico che terminerà solo con la morte di Pasolini stesso. Dalla collaborazione ai dialoghi per “Accattone” (1961) e “Mamma Roma” (1962) –  entrambi interpretati dal fratello Franco – Sergio Citti passa all'aiuto regia in pellicole come “La ricotta” (1962), “Uccellacci e uccellini” (1965), “La Terra vista dalla Luna” (1966) e “Che cosa sono le nuvole?” (1967), tutti con Totò e Ninetto Davoli. Collabora anche ai dialoghi de “Le notti di Cabiria” (1957) di Federico Fellini, de  “La giornata balorda” (1960) di Mauro Bolognini, e “La commare secca” (1962) di Bernardo Bertolucci. La sua opera prima è “Ostia” (1973), poi dirige “Storie scellerate”, “Casotto” (1977), “Duepezzidipane” (1979) e “Il minestrone” (1981). Dopo anni di silenzio,  torna dietro la macchina da presa con “Mortacci” (1989) e con “I magi randagi” (1996), che gli valse  il Nastro d'argento ai David di Donatello. L'ultimo suo film è uscito lo scorso anno: “Fratello e sorella”, con Claudio Amendola, Ida Di Benedetto, Rolando Ravello, e l’amica Laura Betti.

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