"Il volo quasi irreale di una bottiglia di vetro scandisce sin dall'inizio i tempi di una narrazione che non vuole dare risposte ma solo domande. Le risposte giudiziarie sono già negli atti processuali, cui il film si attiene scrupolosamente essendosi ispirato solo ed esclusivamente a quanto è stato già oggetto del vaglio della magistratura". Così inizia il commento di Rita Parisi, membro della segreteria regionale del Sindacato italiano unitario lavoratori di polizia (Siulp) dell'Emilia Romagna, sul film 'Diaz' di Daniele Vicari all'indomani dell'anteprima di Bologna avvenuta il 12 aprile scorso.
"Nel dibattito - prosegue - che in questi anni si è sviluppato sulle tragiche vicende di Genova non mancano infatti le risposte, ognuno ha la sua, mancano le domande. Ci siamo chiesti quali fossero le responsabilità dei poliziotti e quali quelle dei manifestanti come se fossero solo due opposte tifoserie ma non ci siamo chiesti ad esempio, che cosa fosse invece accaduto ad una polizia che nasce da un movimento democratico voluto da poliziotti coraggiosi negli anni Settanta e finisce per macchiare di sangue i sacchi a pelo di una generazione che desiderava, legittimamente e semplicemente un cambiamento, così come lo desideravano quei poliziotti che non volevano picchiare gli operai ma tutelare i diritti di libertà degli uomini e delle donne di questo Paese e non essere più un corpo separato della società ma parte integrante di un sistema democratico in cui chiedevano piena cittadinanza".
Il Siulp di Bologna - scrive Rita Parisi - di cui ero segretario generale ai tempi del G8 di Genova, ha sempre tenuto una posizione per così dire 'fuori dal coro', avendo auspicato sin dal primo momento, che si aprisse una discussione su quanto accaduto e per quanto ci è stato possibile abbiamo dato il nostro contributo, pagando ovviamente in termini di consenso". La sindacalista ammette, nella parte più toccante del pezzo: "Incontrare le vittime della 'Diaz' un anno dopo il G8 e vedere negli occhi di quei ragazzi ancora il terrore provato quella notte è stata una delle emozioni più forti che io abbia mai provato in tanti anni di attività sindacale ma altrettanto forte è stata l'emozione nel constatare che chi dopo aver lottato nel Siulp per una Polizia democratica, contribuiva alla frammentazione sindacale e alla nascita di un sindacato che avrebbe dovuto in qualche modo dare corpo alle istanze democratiche ma che proprio in occasione del G8 appariva perfettamente organico al 'sistema'".
"Ognuno - recita amaramente la considerazione finale del Segretario regionale Siulp Emilia Romagna - ha alzato le proprie barricate dietro una logica di mero antagonismo rinunciando così a comprendere sino in fondo quale fosse il reale peso specifico di quanto accaduto a Genova". E auspica: "A undici anni di distanza dal G8 di Genova, il film diretto da Daniele Vicari, forte di una connotazione anche documentaristica di quanto narrato, può aiutare la categoria e la società civile a ragionare più serenamente, a porci le domande giuste e a non dimenticare le vittime, sia le vittime delle violenze sia le vittime di un'involuzione democratica che ha assegnato ai lavoratori di Polizia un ruolo che non somiglia a quello faticosamente costruito da chi aveva smilitarizzato il disciolto Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza". La conclusione di Rita Parsi è: "La memoria ci aiuta a crescere, la rimozione a regredire".
(LaPresse)
Leggi qui la nostra recensione di "Diaz" e guarda le videointerviste a Daniele Vicari, Alessandro Roja e Davide Jacopini


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Rita Parisi: "Diaz aiuta a capire cosa successe"
Secondo il membro della segreteria regionale del Siulp dell'Emilia Romagna il film di Daniele Vicari può aiutare a porre le domande giuste e a non dimenticare

15.04.2012 - Autore: Guglielmo Maggioni