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Rilasciato il regista de L'Insulto, arrestato dopo la premiazione a Venezia 74

Il cinema italiano si era scagliato contro il fermo della polizia libanese di Ziad Doueiri, già libero.

11.09.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Sembra aver funzionato il 'No' deciso alla censura arrivato da diverse autorevoli voci del panorama cinematografico italiano, originato dalla decisione della polizia libanese di arrestare il regista Ziad Doueiri di L’Insulto, appena premiato dalla giuria della Mostra Internazionale di Venezia con la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile dell'attore palestinese Kamel Al Basha, e scelto per rappresentare il Libano agli Oscar.

È stato lo stesso Alberto Barbera a twittare, su @AlbertoBarbera2: "#freeDoueiri Il tribunale militare ha deciso per il non luogo a procedere. Ziad libero!". Appena rientrato in Patria, dove intendeva accompagnare l'attesissimo film prossimo all'uscita nelle sale, Ziad era stato fermato all'aeroporto di Beirut con l'accusa di aver "cospirato con il nemico" per aver girato in Israele The Attack, il suo film precedente (premiato ai Festival di Istanbul, Marrakech e San Sebastian), e vedendosi confiscati i propri passaporti libanese e francese in attesa di comparire davanti al tribunale militare.

"Mi hanno trattenuto in aeroporto per due ore e mezzo, - aveva dichiarato il filmmaker, sconcertato e "ferito". - Sono tornato in Libano con un premio vinto a Venezia. La polizia libanese ha autorizzato la proiezione del mio film. Non ho idea di chi sia responsabile per quanto successo, scopriremo in tribunale chi c’è dietro questa storia". "Perché un regista che contribuisce a superare le divisioni ataviche di quel torturato paese viene processato da un tribunale militare? Perché il Libano da una parte lo candida per l'Oscar e dall'altra lo arresta? Perché tutto questo avviene oggi? Chiediamo che sia data tutta la risonanza possibile attraverso i media affinché Ziad Doueiri venga liberato al più presto", si era chiesto Andrea Occhipinti della Lucky Red.

Mntre il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) aveva condannato fermamente l’arresto con un comunicato nel quale si leggeva: "Il regista, arrestato dalla polizia al suo arrivo in Libano, dovrà affrontare un processo pochi giorni prima del lancio del suo film nei cinema libanesi. Si tratta di un atto di intimidazione inaccettabile. Di un sopruso intollerabile. Il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani e la Settimana Internazionale della Critica di Venezia si schierano al fianco di Ziad Doueiri e di tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di The Insult, ribadendo il proprio “NO!” inequivocabile a tutte le forme di censura e di intimidazione nei confronti dei registi, del cinema e dell’arte. Auspicando la liberazione immediata di Ziad Doueiri, il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani ribadisce che la libertà d’espressione e di parola è intoccabile. No alla censura. No alle minacce. No alla paura".

L’insulto - che sarà distribuito in Italia dalla Lucky Red - racconta la complessità di quel paese attraverso un banale incidente tra un cristiano e un palestinese, che da disputa privata diventa in breve tempo un caso nazionale in cui entrano in gioco rancori mai sopiti delle due comunità.
 
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