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Ricordando Anthony Quinn

Ricordando Anthony Quinn

Anthony Quinn

14.04.2003 - Autore: Valentina Bisti
Cominciò a recitare per caso, per correggere un difetto di balbuzie. Debuttò nel cinema, dopo mille mestieri, in "The plainsman" diretto da Cecil De Mille nel 1937, nei panni di un indiano cheyenne: là conobbe la figlia del regista, Katherine, che un anno dopo divenne la sua prima moglie e dalla quale ebbe quattro figli. Dopo una ventina di film aveva tentato la fortuna a Broadway, facendosi notare con "Un tram che si chiama desiderio" e "Nata ieri", per poi tornare a Hollywood, pronto per la definitiva consacrazione negli anni cinquanta. Autodidatta di cultura sconfinata, lettore insaziabile e metodico, suonatore di chitarra e clarinetto, vinse il primo Oscar nel 1950 con "Viva Zapata", il secondo nel '56 con "Brama di vivere" nei panni di Gauguin. "Io sono in concorrenza soltanto con me stesso" disse quando gli fu consegnato il secondo Oscar, per spiegare il proprio stile di vita e il proprio perfezionismo di attore versatile e incessantemente conteso dalla cinematografia mondiale: impareggiabile Zampanò nella "Strada" di Fellini, egregio anche nei "Cannoni di navarrone", in "Lawrence d'Arabia" e in "Barabba". Proprio sul set di "Barabba", nel '61 conobbe la sua seconda moglie, l'italiana Iolanda Addolori, dalla quale ebbe quattro figli e che rimase al suo fianco per oltre 30 anni, fino al tempestoso divorzio nel 1995, quando Quinn aveva già avuto una figlia dalla sua nuova compagna - e futura terza moglie - Kathy Benvin, sua ex segretaria poco più che trentenne e dalla quale ebbe poi un altro figlio, nel '96 a 78 anni, poco dopo un suo breve ricovero in ospedale per problemi cardiaci. Il suo dinamismo e il suo eclettismo - collezionava opere d'arte e parlava perfettamente cinque lingue - lo spinsero anche a dirigere un film, "Il bucaniere" con Yul Brinner e Charlton Heston: "Un disastro completo costato cinque milioni di dollari", ammise lui stesso. Quinn ha provato persino a cantare, incidendo di recente il romantico lp 'i love you, you love me', un successo in Europa e in Sud America. La sua passione per i pennelli nacque quando era ancora ragazzo e frequentò a Los Angeles corsi di pittura e architettura: vendette il suo primo ritratto all'attore Douglas Fairbanks per 12 dollari. A Los Angeles aveva finalmente trovato pace dopo un'infanzia povera ed errabonda, cominciata a Chihuahua - dove era nato il 21 aprile 1915 - in un Messico lacerato dalla rivoluzione con il padre irlandese, (la madre era messicana), che prima combattè con Pancho Villa, poi fu arruolato nell'esercito americano, e infine morì in un incidente stradale quando Anthony aveva tredici anni. Radici instabili ed umili, delle quali più volte il mitico 'Zorba il greco', del 1965, si era detto orgoglioso, e che gli avrebbero dato poi "uno spasmodico desiderio di radici e di avere un tetto", anzi per la precisione cinque, sparsi tra America ed Europa. Quinn aveva anche scritto un'autobiografia, e non smise mai di lavorare: è uscito verso la fine dell'anno scorso negli Usa il suo ultimo film "Oriundi", in cui era tornato a vestire i panni dell'italiano, un emigrato in Brasile che, a 93 anni, vede la sua famiglia che si sfascia.