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RICONCILIATI

A distanza di otto anni dal suo film d'esordio "Anni ribelli", presentato con successo a Venezia nel '94, si riaffaccia sulla scena Rosalia Polizzi

Riconciliati

14.04.2003 - Autore: Adele de Gennaro
A distanza di otto anni dal suo film desordio Anni ribelli, presentato con successo a Venezia nel 94, si riaffaccia sulla scena Rosalia Polizzi, regista italo-argentina con una lunga esperienza di inchieste e documentari televisivi. In Riconciliati, la Polizzi osa limpossibile (volevo esprimere il caos concettuale, per questo il film è così denso di avventimenti, spiega) accostando due temi drammatici come i desaparecidos argentini e il terrorismo degli anni di piombo in Italia. Rivoluzione proletaria, imperialismo internazionale. Termini sepolti dal tempo, oggi il grande nemico della generazione no logo è piuttosto la globalizzazione. Il 68, però, non è morto e sepolto e sui cinquantenni pesa ancora il fardello di false utopie: da qui il titolo riferito ai protagonisti, riconciliati con le proprie sconfitte. Mi interessava raccontare un cambiamento epocale dice la Polizzi e antropologico. Oltre a Beatriz Spelzini, il cast include molti attori di estrazione teatrale ma noti soprattutto per le fiction tv: si va da Franco Castellano ad Emilio Bonucci e Paola Pitagora, con il valore aggiunto della partecipazione straordinaria di Giuliana Lojodice. Nei tre giorni in cui si svolge la storia un gruppo di amici si ritrova dopo tanti anni a casa di Malena, unesule argentina arrivata in Italia dopo la morte del suo compagno. Loccasione di questo incontro è luscita dal carcere di Roberto, un ex compagno di lotta condannato per luccisione di un giudice negli anni 80. Ottenuta la libertà condizionata, Roberto torna a Roma per cercare i suoi amici di un tempo ma soprattutto vuole sapere chi di loro lo aveva denunciato e consegnato alla polizia diciotto anni prima. Ma da allora molte cose sono cambiate: alcuni hanno raggiunto posizioni privilegiate nel campo dellinformazione televisiva mentre altri, come Malena e Nanni, si sono adattati ad una vita più modesta cercando di mantenere in vita gli stessi ideali della gioventù. Su Malena, però, pesano ben altri incubi: lei non ha condiviso con Nanni e Roberto (con cui aveva avuto in precedenza un legame) le lotte armate, ma ha portato dentro di sé gli incubi delle squadriglie in Argentina. Mentre il ritorno di Roberto riapre nel gruppo conflitti privati e politici mai sopiti, diversa è invece latmosfera tra i giovani, tra le figlie di Malena e Nanni e i loro amici, tutti indifferenti a qualsiasi ideologia anche se, come precisa la regista, portano nel loro Dna quello che hanno vissuto i loro genitori. Nelle loro camerette i poster di Che Guevara convivono tranquillamente con quello di Leonardo Di Caprio: e come segno dei tempi, ammettiamolo, non è rassicurante. Nel film non ci sono messaggi o soluzioni e se Giorgio Gaber nel suo ultimo album cantava La mia generazione ha perso, non a caso la Polizzi fa dire ad uno dei suoi personaggi Ero comunista, oggi ballo. Un ballo oggi, un girotondo domani e poi chissà  
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