
“Cemetery Junction”, anche scritto dai registi, è in parte autobiografico: è infatti ambientato nel 1973 a Reading, nel Berkshire, dove Gervais è cresciuto. La storia è quella di Freddie (Christian Cooke) un ragazzo figlio di operai, che passa il suo tempo a bere e correre dietro alle ragazze insieme agli amici Bruce (Tom Hughes) e Snork (Jack Doolan). Un giorno, Freddie decide di cambiare vita, per lasciarsi alle spalle la realtà della working class inglese: metterà in moto così una serie di eventi che porteranno anche i suoi compari a prendere serie decisioni sul futuro.

La pellicola è dunque una classica storia di “coming of age”, un genere di solito associato al cinema americano. “Ci chiedevamo perché l'America avesse il monopolio di questo genere di film – ha dichiarato Gervais – perciò abbiamo tentato di farne la versione inglese”. “Gioventù bruciata” e “La febbre del sabato sera” sono i due riferimenti principali dei registi, la cui sfida principale è stata “trovare il nostro James Dean o John Travolta. Oggi abbiamo Jason Statham e Hugh Grant. Ma dove sta la via di mezzo, un ragazzo proletario che sia anche cool? Credo che noi siamo riusciti a trovarlo”.

Gervais parla naturalmente di Tom Hughes, che affianca grandi nomi come Ralph Fiennes, Emily Watson e Matthew Goode, oltre che una serie di giovanissimi interpreti provenienti dalla TV britannica, alcuni dei quali già comparse in “The Office”. Merchant ammette candidamente che il film è in parte basato sulla celebre canzone “Thunder Road” di Bruce Springsteen. “Ascoltandola, ci siamo sempre immaginati una piccola città, non si sa dove di preciso... sapeva di classe operaia ma c'era anche qualcosa di romantico a proposito di quel luogo”. Che in fondo è un non-luogo, capace di parlare a tutti perché tocca corde ed esperienze universali.
“Cemetery Junction” uscirà nei cinema italiani il 20 agosto, distribuito dalla Sony