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Raso e fiori
Emmanuel Ungaro per Megan Gale. Gai Mattiolo per Raffaella Carrà. E poi, il rossetto di Morgan. Le unghie di Faith Hill. La Calza dei Quintorigo. E siamo solo alla prima puntata.

27.02.2001 - Autore: Vanessa Bozzi
Non solo canzonette. La prima serata del Festival di Sanremo, fuorigara tutte le canzoni dei big, è stata la gioia (davvero?) non solo delle nostre orecchie, ma anche dei nostri occhi. Al teatro Ariston i vari big hanno sfilato, oltre che cantato. Previsto il gangster pazzo e irrvirenete Enrico Papi, gli sguardi erano puntati sulla Raffa nazionale in visibile imbarazzo iniziale. Forse per il primo vestito di Gai Mattiolo, bianco candido con audace spalla scoperta. Sicuramente più a suo agio col secondo completo, una versione rosso fuoco ripresa dal tuca tuca look, ricordo dei tempi che furono.
Giunonica e tonica, Megan Gale, onnipresente dietro le quinte, ma fugace sul palco, ha mostrato gambe chilometriche col primo abito dorato e inverdito, lunghezze da gran sera col secondo grigioperla e spalle da nuotatrice con il terzo, bianchissimo. E sulla schiena, mazzolini di gelsomino. Caduta su unaiuola prima di entrare in teatro? Del resto siamo a Sanremo, sulla riviera dei fiori. E allora via libera anche a bouquet per le artiste e rose tatuate sul collo di Anna Oxa.
La cantante albanese, donna camaleonte si è presentata scalza, selvaggia, dal look vagamente da naufraga, sullonda - è proprio il caso di dirlo - di Cast Away.
Ma la prima serata del Festivalone per eccellenza ha visto e gioito della schiena nuda di Elisa biancovestita e delle gambe magre lasciate in bella vista dalla gonna (gonna quel fazzoletto?) di Syria. Elegantissima la sirena Jenny B in raso nero, e bellissima lamericana Faith Hill, strizzata un un paio di hot pants da salumeria, con unghie dorate, ma meno truccata del futuro papà rossettato Morgan, voce di Bluvertigo e compagno di Asia Argento.
In confronto Alex Britti, in collaudata tenuta jeans e camicia fuori, sembrava più fuori moda di Peppino di Capri. A riportarlo sulla retta via della stravaganza ci ha pensato il suo direttore dorchestra, il maestro Federico Capranica, in smoking e cravatta leopardata.
Intellettualoidi i Quintorigo, bohemien con calzino intorno al collo e capelli shampoo repellenti.
Alla fine della serata, stravolti da tanto udire e vedere, il più coerente ci è sembrato Michele Zarrillo, in tuta da ginnastica (o forse era un pigiama), da bravo Acrobata.
Per dirla alla Carrà: mi piaci. Ah ah.