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RANCID ALUMINIUM

RANCID ALUMINIUM

rancid aluminium

02.07.2001 - Autore: Luca Perotti
PROFILO CRITICO Ed Thomas ci prova, ma non ci riesce. Il regista tenta di condurre il racconto come un equilibrista. Dallinizio alla fine si mantiene in bilico tra il thriller cinico e la commedia venata di ironia nera. Ma a forza di non decidere da che parte andare, finisce per rimanere vittima dellinconsistenza da lui stesso creata. Per cui il film non prende mai una direzione, e, peggio ancora, non riesce a catturare, nemmeno indugiando e insistendo sul precario equilibrio suddetto. Anche questa scelta tuttavia, avrebbe necessitato di una sceneggiatura più regolare, e non di una continua rincorsa a tappar buchi. Per cui ne vien fuori una giostra malfunzionante, che gira a vuoto attorno al perno, che dovrebbe essere la boutade sulla sterilità; ma la giostra deraglia, rallenta, si ferma, dimostrando lassenza di coesione e reciprocità. Gli attori sono mal governati, tanto da sembrare abbandonati a se stessi, e non legati a filo doppio come nelle intenzioni. Uno, Fiennes, interpreta lo spietato doppiogiochista con onesto mestiere; laltro, Ifans, si produce in espressioni caricaturali e in freddure che, forse, hanno mal digerito il doppiaggio. Ma sembra che ci sia uno split screen invisibile che divida il protagonista e lantagonista, che sembrano viaggiare su due binari paralleli, in due film diversi proiettati nella stessa sala.    
FILM E PERSONE