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Radio America

Il nuovo film di Altman è una commedia pirandelliana dove si respira il fascino stralunato della provincia americana e dove si vive come in un sogno ascoltando musiche meravigliose

Radio America

12.04.2007 - Autore: Giulia Villoresi
Nel 2004 la Biblioteca del Congresso ha inserito nell’archivio nazionale la prima puntata di un programma radiofonico andato in onda per la prima volta il 6 luglio del 1974.

Il suo nome è “A Prairie Home Companion”, che potrebbe suonare come “La voce amica della Prateria”. Solo negli Stati Uniti questo programma viene ascoltato da 4,3 milioni di persone, oltre ad essere trasmesso in Australia, Nuova Zelanda, Europa e addirittura in Oriente. Il suo conduttore è Garrison Keillor, che ha deciso di scrivere una sceneggiatura sul suo programma di culto, pensando che l’unico regista a cui poteva affidarla era Robert Altman.

Il caso ha voluto che un amico di Keillor conoscesse l’avvocato di Altman, all’epoca a Chicago per le riprese di The Company. Vuoi per una certa empatia del Midwest (Altman è del Missouri e Keillor del Minnesota), vuoi perché la moglie del regista è un grande appassionata del programma, vuoi per l’opportunità, mai trascurata dal regista, di fare un film unendo musica, radio e recitazione corale, che ne uscito un film che alcuni dicono degno di Nashville.

Un’atmosfera un po’ nostalgica da anni Settanta rinchiude un cast davvero eccezionale nel Fitzgerald Theatre di St. Paul, dove un conduttore radiofonico (Garrison Keillor), due sorelle superstiti del country (Meryl Streep e Lily Tomlin), due cowboy (Woody Harrelson e John C. Reilly), un addetto alla sicurezza di nome Guy Noir che si comporta come Philip Marlowe (Kevin Kline) e molti altri affrontano, chi meglio chi peggio, l’ultima puntata del programma A Prairie Home Compaion, che un certo Tagliatore di Teste (Tommy Lee Jones), ha inesorabilmente deciso di chiudere. Nel frattempo si aggira dietro le quinte una misteriosa Donna Pericolosa di nome Asfodelo (Virginia Madsen) a metà tra l’ectoplasma e la femme fatale, nel migliore stile delle “pupe” di Raymond Chandler e Bukowski.

Questo programma un po’ sfigato (in Radio America il programma viene trasmesso solo da una stazione radio di St. Paul) sembra essere esilarante e commovente quasi per miracolo, per una sorta di magica alchimia, grazia alla misteriosa e casuale miscela di umorismo, amore, professionalità e dedizione assoluta. I suoi protagonisti sembra che una volta fuori dal teatro cesseranno di esistere per sempre, ogni cosa è avvolta da un’atmosfera fuori dal tempo e dallo spazio, buia come uno studio di registrazione ma colorata come un camerino di signora.

L’esperienza e l’amore di Altman per il teatro si esibiscono nel film con tutta la grazia di cui è capace il regista, che con la sua solita “calma” narrativa, mai frenetico per quanto ogni cosa sembri sfuggire di mano alla telecamera, rende una pellicola di 105 minuti una sorta di commedia pirandelliana dove si respira il fascino stralunato della provincia americana, dove si vive come in un sogno ascoltando musiche meravigliose che vanno dal country al folk, dal gospel al jazz fino addirittura all’opera.

Ma quello che più di ogni altra cosa è Radio America, è un omaggio nuovo, intelligente, qualcuno potrebbe dire crudele, al celebre motto “The show must go on”.