Nel 2004 la Biblioteca del Congresso ha inserito nell’archivio
nazionale la prima puntata di un programma radiofonico andato in onda
per la prima volta il 6 luglio del 1974.
Il suo nome è “A Prairie Home Companion”, che potrebbe suonare come “La
voce amica della Prateria”. Solo negli Stati Uniti questo programma
viene ascoltato da 4,3 milioni di persone, oltre ad essere trasmesso in
Australia, Nuova Zelanda, Europa e addirittura in Oriente. Il suo
conduttore è Garrison Keillor, che ha deciso di scrivere una
sceneggiatura sul suo programma di culto, pensando che l’unico regista
a cui poteva affidarla era Robert Altman.
Il caso ha voluto che un amico di Keillor conoscesse l’avvocato di Altman, all’epoca a Chicago per le riprese di The Company.
Vuoi per una certa empatia del Midwest (Altman è del Missouri e Keillor
del Minnesota), vuoi perché la moglie del regista è un grande
appassionata del programma, vuoi per l’opportunità, mai trascurata dal
regista, di fare un film unendo musica, radio e recitazione corale, che
ne uscito un film che alcuni dicono degno di Nashville.
Un’atmosfera un po’ nostalgica da anni Settanta rinchiude un cast
davvero eccezionale nel Fitzgerald Theatre di St. Paul, dove un
conduttore radiofonico (Garrison Keillor), due sorelle superstiti del
country (Meryl Streep e Lily Tomlin), due cowboy (Woody Harrelson e John C. Reilly), un addetto alla sicurezza di nome Guy Noir che si comporta come Philip Marlowe (Kevin Kline)
e molti altri affrontano, chi meglio chi peggio, l’ultima puntata del
programma A Prairie Home Compaion, che un certo Tagliatore di Teste (Tommy Lee Jones),
ha inesorabilmente deciso di chiudere. Nel frattempo si aggira dietro
le quinte una misteriosa Donna Pericolosa di nome Asfodelo (Virginia Madsen) a metà tra l’ectoplasma e la femme fatale, nel migliore stile delle “pupe” di Raymond Chandler e Bukowski.
Questo programma un po’ sfigato (in Radio America
il programma viene trasmesso solo da una stazione radio di St. Paul)
sembra essere esilarante e commovente quasi per miracolo, per una sorta
di magica alchimia, grazia alla misteriosa e casuale miscela di
umorismo, amore, professionalità e dedizione assoluta. I suoi
protagonisti sembra che una volta fuori dal teatro cesseranno di
esistere per sempre, ogni cosa è avvolta da un’atmosfera fuori dal
tempo e dallo spazio, buia come uno studio di registrazione ma colorata
come un camerino di signora.
L’esperienza e l’amore di Altman per il teatro si esibiscono nel film
con tutta la grazia di cui è capace il regista, che con la sua solita
“calma” narrativa, mai frenetico per quanto ogni cosa sembri sfuggire
di mano alla telecamera, rende una pellicola di 105 minuti una sorta di
commedia pirandelliana dove si respira il fascino stralunato della
provincia americana, dove si vive come in un sogno ascoltando musiche
meravigliose che vanno dal country al folk, dal gospel al jazz fino
addirittura all’opera.
Ma quello che più di ogni altra cosa è Radio America, è un omaggio nuovo, intelligente, qualcuno potrebbe dire crudele, al celebre motto “The show must go on”.


NOTIZIE
Radio America
Il nuovo film di Altman è una commedia pirandelliana dove si respira il fascino stralunato della provincia americana e dove si vive come in un sogno ascoltando musiche meravigliose

12.04.2007 - Autore: Giulia Villoresi