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Quel demone di Keanu
Completo grigio, camicia bianca e capello disordinato, è sbarcato a Roma Keanu Reeves per presentare il suo ultimo film "Constantine"

12.04.2007 - Autore: Leonardo Godano
Basato sui personaggi dei DC Comics, Constantine è un film cupo, dark, underground, dove Keanu è un demone dai poteri infiniti. Abbiamo incontrato Reeves e si è parlato di antieroi, fantascienza e destino.
Lei è spesso protagonista di storie fantasy, storie sempre poco vicine alla realtà. E’ affascinato da questo mondo?
Io credo che in una narrazione filmica ci deve essere sempre una parte, più o meno grande, che si avvicina al mistero, alla fantascienza, al mito. Questa componente esprime le speranze, ma anche le paure della nostra cultura per come si immagina il futuro e temi biblici come il male e il bene.
La scelta di avvicinarmi a personaggi misteriosi o dotati di poteri sovrannaturali è sicuramente un elemento che affascina la mia testa e la mia anima sia quando leggo il copione e sia poi quando entro nel personaggio.
Come si è preparato a questo ruolo? E crede ai demoni?
Demoni? (ridendo) Ci potete scommettere!
Ho letto la sceneggiatura e ho subito amato John Costantine. Poi ho letto con molto gusto il fumetto e ho iniziato a prendere familiarità con il personaggio e con le atmosfere della storia. Lo sforzo più grande è stato quello di imparare l’umanità del protagonista (un demone) e le sue paure e poi riuscire a trasmetterle nella pellicola.
Le piacciano i fumetti?
Dai 17 ai 22 anni ho letto molti fumetti. Soprattutto Frank Miller. E credo che questa componente in parte mi ha aiutato ad entrare nel personaggio con maggiore facilità.
Come si è trovato a lavorare con Francis Lawrence (esordiente)?
E’ stata un’esperienza particolare perchè con Francis ho discusso molto non solo del personaggio, ma ho anche espresso le mie opinioni sulle battute e sulla sceneggiatura definitiva.
Francis mi ha entusiasmato subito ricreando negli storyboard atmosfere che si rifacevano ai film di John Huston e di Roman Polanski.
Keanu Reeves crede nel destino?
Non credo di credere nel destino inteso nel senso classico. Tipo ‘sei destinato a diventare re’. Ma credo nelle influenze, in piccole influenze che si intromettono con costanza nella vita di ognuno di noi. L’unica cosa certa del destino e che si deve morire.