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"Private" corre per l'Italia

Il film di Saverio Costanzo rappresenterà l'Italia gli Oscar nella categoria Miglior Film Straniero. La decisione è stata presa ieri dal Comitato di selezione istituito presso l'Anica

private

12.04.2007 - Autore: Eva Gaudenzi
 

“Private” di Saverio Costanzo rappresenterà l’Italia gli Oscar nella categoria Miglior Film Straniero. La decisione è stata presa ieri dal Comitato di selezione istituito presso l’Anica. Il film – che ha superato Manuale d’amore all'ultimo ballottaggio –  è stato scelto fra una rosa di dieci candidati:  La bestia nel cuore della Comencini, Cuore sacro di Ozptek, I giorni dell'abbandono di Faenza, Manuale d'amore di Veronesi, Quando sei nato non puoi più nasconderti di Giordana,  Quo vadis baby'di Salvatores, Provincia meccanica di Mordini, “Il resto di niente” della De Lillo e Viva Zapatero!” della Guzzanti.

Quest’anno, i lavori per la designazione del candidato italiano sono stati accompagnati da una lunga scia di polemiche. Perché a scegliere il film non è stata la solita giuria dei David di Donatello ma una nuova commissione, composta da 15 membri, nominata da Anica, Api e Unpf. Tra i giurati produttori, nomi illustri come Pio Angeletti, Tilde Corsi, Aurelio De Laurentiis, Riccardo Tozzi, Roberto Cicutto, Angelo Barbagallo e Andrea Occhipinti. Ma anche Fabio Ferzetti, Vincenzo Cerami, Dante Ferretti e Bernardo Bertolucci.

'Un successo che condivido con gli attori del film, israeliani e palestinesi'. Così Saverio Costanzo, 30 anni, commenta la scelta della commissione.

“Private” racconta la storia di un padre di famiglia (Mohamed) che vive in Palestina con moglie e figli. Improvvisamente, la porta della sua casa si spalanca: l’esercito israeliano irrompe e sequestra l’abitazione. Ma Mohamed non ha nessuna intenzione di cedere. I soldati occupano il secondo piano della casa, relegando la famiglia in alcune stanze del piano di sotto. Dunque, il conflitto si concentra tutto nel privato di una casa: la famiglia palestinese e i soldati israeliani dovranno trovare il coraggio di incontrarsi, riconoscendosi semplicemente come uomini. 

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