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Presentatori da Oscar, promossi e bocciati della Notte delle Stelle

Le leggende Hope e Crystal, i caduti Hathaway e Franco. Il racconto dei migliori e peggiori conduttori della storia 

16.02.2015 - Autore: Alessia Laudati
Ci sono aspetti legati alla cerimonia degli Academy Awards dei quali è inutile negare l’evidenza. Primo tra tutti, l’abitudine da parte di spettatori, opinione pubblica e addetti ai lavori, di considerare la cerimonia di premiazione un vero e proprio patrimonio nazionale. Un bene comune sul quale, un po’ come accade all’interno di una famiglia numerosa riunita intorno al pasto serale, tutti vogliono dire la loro su cottura, consistenza e aspetto finale del piatto. E il giudizio può in molti casi essere dei più spietati. Per questo motivo, la figura dello show host, ha rappresentato negli anni la foglia di fico dietro la quale nascondere imperfezioni produttive e abbassamenti di budget, oppure un banco di prova implacabile, per attori e comici, attraverso il quale esibire una certa mediocrità.

Ci sono passati un po’ tutti, a volte sotto forma di quartetti, trii, e duetti, da David Letterman a Goldie Hawn, eppure negli ultimi anni la formula privilegiata è tornata a essere quella del one-man show. Tuttavia, vincitori e vinti sono stati consegnati alla storia, e mentre l’edizione del 2015 scalda i motori e attende Neil Patrick Harris, può essere utile fare un salto nel passato e ricordare alcune celebri cadute o trionfi dei presentatori da Oscar. 

Neil Patrick Harris, prossimo conduttore degli Oscar
 
La modernità deve innanzitutto scendere a patti con una leggenda della conduzione. Si tratta di 
Bob Hope, il Re degli Oscar, la personalità che in assoluto ha condotto più edizioni del premio con diciannove volte protagonista del palco più famoso d’America. Hope ha poi traghettato la manifestazione attraverso alcuni importanti traguardi. Dai primi timidi anni ’40, al passaggio in televisione nel marzo del 1953, il volto iconico degli Oscar è offuscato solamente da un altro veterano come Billy Crystal. Parlando di leggende, è impossibile non citare l’edizione parzialmente disastrosa di Jerry Lewis nel 1959. Il celebre attore, finisce la conduzione circa venti minuti prima del tempo previsto, inventandosi sul momento una gara di ballo tra attori e procedendo così fino alla fine della serata. Bravo per la prontezza, ma meno capace e puntuale nel rispettare i tempi scenici. 
 
Tornando invece al ventunesimo secolo e alle edizioni più recenti, la storia della cerimonia è segnata da due vere e proprie sconfitte e una tiepida vittoria. Nel 2011 Anne Hathaway e James Franco, falliscono la prova del grande pubblico. Lui, come di consueto, appare stralunato e fuori parte, lei invece compensa la pressione bassa del compagno, con un fare nevrotico e irritante. 

Anne Hathaway
 
Nel 2013 la cerimonia prova a levare un po’ di muffa coinvolgendo il comico Seth MacFarlane, autore di I Griffin e del film Ted. É però davvero una nottata strana per il Dolby Theatre. L’umorismo sessista di Farlane non penetra l’atmosfera raffinata e decorosa della platea e anche a casa, le battute forti del comico fanno l’eco nella stanza del televisore lasciata tristemente vuota. Tuttavia il discorso sulla conduzione non potrebbe chiudersi senza nominare l’ultima conduttrice in carica, Ellen DeGeneres, e una pietra miliare dei tempi cosiddetti moderni: Billy Crystal. La DeGeneres ritorna agli Academy nel 2014, dopo la prima volta nel 2007, il secondo conduce nel 2012 la sua nona edizione. Mentre la conduttrice del late night show della rete NBC, ripara senza troppa convinzione ai disastri di MacFarlane e non passa il paragone con un’altra conduzione al femminile, quella di Tina Fey e Amy Poehler ai Golden Globes, Crystal, quando appare nell’edizione Hathaway-Franco solo per salutare, riceve due minuti di applausi. In effetti, la grammatica spettacolare del comico, composta di elementi come monologo di apertura dissacrante, numeri musicali durante la serata e battute a pioggia sui presenti che non scadono mai nel cattivo gusto, lo hanno trasformato nel volto iconico e più amato degli ultimi vent’anni di messa in onda.


IL MIGLIORE: Hugh Jackman, presentatore dell'81sima edizione degli Oscar (2009). Quella notte vinse The Miillionaire di Danny Boyle, ma la cerimonia si ricorda soprattutto per la freschezza e la simpatia del presentatore e il suo numero introduttivo in cui ha re-interpretato in chiave musicale tutti i film nominati. 


Adesso a Billy Crystal spetta quindi l’augurio più sentito per Neil Patrick Harris, l’attore protagonista della serie televisiva How I Met Your Mother, che dopo la conduzione dei Tony Awards, affronterà quest’anno la sfida più grande. “Neil non ha bisogno dei miei consigli - ha raccontato Crystal a Variety – ha fatto un grande lavoro con i Tony Awards ed è sufficiente che continui a fare ciò che sta facendo. Ci siamo sentiti, e sono convinto che farà un ottimo lavoro”. 
 
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