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Pitch Perfect 2; la commedia musicale è donna

Satira “cattiva”, diversità di corpi e di leadership registica. Il secondo capitolo dopo Voices scuote ogni stereotipo sulle donne e sul cinema 

31.05.2015 - Autore: Alessia Laudati
Una sorellanza al femminile, imperfetta, goliardica e frizzante, torna sugli schermi italiani in Pitch Perfect 2, il sequel ideale di quel Voices, amato e apprezzato anche dal pubblico italiano e uscito nel Belpaese nell’ormai estate del 2013. Eppure, l’argomento commedie musicali al femminile, è più infuocato che mai. Sì perché la saga di Pitch Perfect, è una testimonianza differente del modo di concepire la commedia musicale, senza incorrere per forza nelle atmosfere patinate del Glee televisivo. E forse il merito è anche dell’impostazione in rosa del racconto, a partire dalle figure femminili che stanno dietro la macchina da presa.

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Nel ruolo della regista, c’è questa volta l’attrice Elizabeth Banks, che nel film interpreta Gail. Ma aldilà del genere specifico del reparto tecnico, Pitch Perfect è un film dove la componente femminile non è prigioniera dei cliché. Merito, fra gli altri, della satira irriverente, scorretta e corrosiva della quale da qualche tempo si stanno rendendo protagoniste molte comiche d’oltreoceano. D’altronde siamo in America, il luogo dove l'umorismo più dissacrante, quella nato nelle palestre della stand-up comedy e dei late night, scardina un tipo di intrattenimento, solitamente appannaggio degli uomini, con l'inclusione di figure femminili, da Tina Fey a Ellen DeGeneres, che diventano portatrici sane di una diversità di genere, di corpi e di comicità, che finalmente approda anche al cinema.

E Voices/ Pitch Perfect, è stato fino a oggi, un ottimo esempio, premiato al botteghino come la terza migliore commedia musicale di sempre, di come far ridere al cinema significhi anche la continua variazione di tipologie umane, con un unico grande obiettivo: poter corrodere ogni tema senza limiti espressivi.



Pitch Perfect 2 va sicuramente in questa direzione, riuscendo però a mantenenere stabile la codificazione del genere commedia musicale all’interno della storia. É infatti vero che il setting scelto è quello del formato che combina l’azione drammaturgica a momenti di puro entertainment, è vero che l’anima del film tratta temi universali come l’amicizia, la sfida per il successo, il lavoro di squadra, attraverso una prospettiva di un gruppo di donne e membri del celebre gruppo le Bellas, ma Pitch Perfect è anche e soprattutto la conferma che le donne al cinema, e le storie di evoluzione femminile, possono far ridere, riscuotere un ottimo successo di pubblico, e non solamente perché sono in grado di calarsi nel ruolo stereotipato della reginetta di bellezza.

Perché qui di abitudinario c’è ben poco. Innanzitutto la statura comica di Rebel Wilson, la stand-up comedian australiana che ci fa dimenticare perché prima di parlare di talento sia necessario parlare di taglie, e che da sola fa molto per rovescirea il mito delle competizioni musicali e ballerine dedicate solamente a chi ha una taglia ultra small. 
 
Le ragazze di Pitch Perfect, tra le altre, Anna Kendrick, Brittany Snow, Hailee Steinfeld, conquistano allora lo schermo, con una parabola di ascesa e caduta, e poi di nuovo ascesa, che ribaltando il genere della commedia musicale classica, dove un gruppo di uomini e donne si lanciano in un’impresa solo apparentemente più grande di loro, ma dove, al contrario di Pitch Perfect, i personaggi principali fanno primariamente sfoggio di corpi tonici e allenati, dimostra una freschezza di racconto e una chiarezza di intenti che piace al pubblico non necessariamente al femminile.   

Pitch Perfect 2 è distribuito dalla Universal Pictures