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PIOGGIA INFERNALE

PIOGGIA INFERNALE

PIOGGIA INFERNALE, dvd

09.07.2001 - Autore: Fabrizio Marchetti
Quando nel 1997 è uscito nelle sale Pioggia infernale, critica e pubblico hanno accolto moderatamente il film di Mikael Salomon, giunto allora alla sua seconda opera. Al di là delle notevoli ingenuità riscontrabili in uno script eccessivamente semplicistico e lineare, la pellicola rappresenta un tentativo filmografico tutto sommato apprezzabile sotto diversi punti di vista. Anzitutto, ha il pregio di sperimentare in maniera originale una sintesi tra due generi molto lontani tra loro: da un lato lo schema nevralgico del filone catastrofico con la consueta suspence prodotta dalla messa in scena di un disastro naturale (nella fattispecie, la pioggia torrenziale che fa da background alla narrazione); dallaltro i tratti peculiari dellaction-movie, tra crimini perpetrati, fughe improvvisate e sparatorie consequenziali. In secondo luogo, il lavoro di Salomon si avvale di una buona struttura semiotica, con un sistema segnico-visivo che rimanda proficuamente ad un capovolgimento di valori e situazioni assolutamente congeniale ad un prodotto di facile decifrabilità. Tanto per fare un esempio, oltre ad acquisire una consonanza biblica di significato, lo sfondo del diluvio rinvia allidea catartica di purificazione che però non trova riscontro nella vicenda centrale: ben lontana dal ripulire i mali ed i peccati degli individui, la pioggia infernale fa emergere i lati più oscuri dellanimo umano. Ecco dunque che i civili e le forze dellordine divengono cinici malviventi allorché la bramosia di ricchezza ottiene il sopravvento sul senso di onestà e civiltà da sempre coltivato. Il caos dettato dalle circostanze diviene così occasione per dar libero sfogo agli intenti devianti di chi ha vissuto la moralità come autentica repressione. Non solo. Laddove viene innescato un simile procedimento psicologico, lapparenza diviene realmente veicolo dellinganno ed ogni aspetto riguardante il conflitto tra bene e male, positività e negatività, giustizia ed ingiustizia si complica terribilmente. Ma i pregi cinematografici del lavoro non finiscono qui. Lattenzione per la fotografia col trascorrere dei minuti appare sempre più accentuata, lasciando facilmente intravedere lesperienza accumulata dal regista nel settore. Infine, gli interpreti principali, Morgan Freeman e Christian Slater, sembrano particolarmente a loro agio nei ruoli ascrittigli. E si sa, che quando il cast funziona si è gia alla metà dellopera